Oggi 7 marzo 2017 finisco il mio praticantato da giornalista pubblicista

Maria Napolitano
07/03/2017
Varie
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Oggi 7 marzo 2017 finisco il mio praticantato da giornalista pubblicista. Questo tratto di strada della mia vita è stato un percorso non solo professionale ma anche e soprattutto di vita.

Anche se ho seguito percorsi scolastici lontani dal mondo della scrittura, nel cuore ho sempre avuto il desiderio di fare la giornalista. Non so neanche io perché avevo questo sogno. Era un qualcosa che avevo dentro e che esulava completamente dal mio mondo. Non ne avevo mai conosciuto uno personalmente e né ero rimasta colpita da una notizia scritta in un certo modo. Appena mi sono laureata in Economia e Commercio a Pescara (marzo 1997) la prima cosa che ho fatto è stata quella di scrivere alle redazioni dei vari giornali per chiedere di entrare in questo mondo. Ovviamente non ho mai ricevuto neanche una risposta né scritta e né per telefono. Come si suol dire qui a San Salvo all’epoca ero troppo “tecchia” per provare ad andare a parlarci personalmente.

Col tempo mi sono poi convinta “si vede che non è questo che Dio vuole da me” e avevo abbandonato completamente quella che poteva essere solo una mia semplice idea. Nel luglio del 2014, per una pura casualità (quelle che mio marito in certe circostanze chiama “Diocidenze”) vedo sul telefonino di mio marito il bando di Giornalismo freelance di San Salvo net. Per un problema di connessione non riuscivo a vedere tutto il bando ma avevo visto il riferimento di Antonio Cilli che avevo conosciuto dodici anni prima grazie a un amico comune. E allora mi sono detta “se ritrovo il suo numero ok altrimenti amen”. Stranamente ho ritrovato quasi subito il numero in una vecchia rubrica e ho chiamato. C’era ancora posto!  Il corso prevedeva delle lezioni teoriche tenute da giornalisti della zona e poi un percorso pratico in redazione. E più ascoltavo i professionisti appassionati di questo lavoro e più restavo affascinata da questo mondo. Cercavo di appuntare ogni parola delle loro esperienze perché tutto era utile. Una delle testimonianze più forti è stata quella di Roberto Colella, un giornalista d’inchiesta che aveva documentato guerre e altre situazioni difficili. Una delle cose dette che mi è rimasta più impressa è stato questo discorso “il giornalista deve essere una persona umile che deve saper entrare in empatia con le persone di cui vorrà raccontare. Se vuoi parlare di un barbone devi stare con lui e imparare da lui solo così riesci davvero a parlare di quell’uomo”. In tantissime parole dette dai vari docenti del corso ritrovavo la concretezza del mio cammino di fede.

Dopo un po’ di tempo, nonostante le mie grandissime pecche di scrittura (che ancora ho), Antonio  Cilli mi ha proposto se volevo intraprendere il percorso da pubblicista. Ovviamente ho detto subito sì non per il titolo ma semplicemente perché così avevo la possibilità di fare qualcosa che mi piaceva tantissimo.  In questi due anni e mezzo con sansalvo net ho imparato davvero tantissimo. Spesso sono caduta e avevo voglia di mollare tutto. In tantissime circostanze ho dovuto morire a me stessa più di quanto ho fatto in diversi anni di cammino di fede. Sembrerà strano a dirlo ma proprio da questo continuo morire a me stessa ho imparato davvero tanto perché ho così avuto modo di vedere alcune cose con occhi diversi.

Ho avuto la fortuna di incontrare delle persone con cui sono entrata davvero in empatia con le persone che portano dentro una passione sia esso per lavoro, sia per semplice hobby. Ogni passione ha sempre una comune matrice fatta di qualcosa indefinibile ma che si avverte a pelle ed esula quasi dalla persona stessa. Tutte le persone di cui ho scritto mi hanno insegnato un qualcosa e ho scoperto che in ogni essere umano, anche da chi non ce lo si aspetta, c’è del buono che a volte viene represso dalla persona stessa per varie circostanze.

Ho conosciuto, apprezzato e condiviso la mission di cittanet che è fondamentalmente quella di raccontare e valorizzare un territorio e dare voce a tutti indistintamente e anche alle persone comuni. Un giorno Antonio mi ha detto: “perché la vecchietta che va semplicemente a messa tutte le mattine non merita di stare alla ribalta per una cosa che fa con perseveranza e dedizione?”.

Un’altra cosa mi ha insegnato Michele Tana, il redattore di sansalvonet  e nei confronti del quale, nutro una profonda stima, è “la prima cosa di questo lavoro è il rispetto delle persone e le notizie di cronaca vanno date in maniera quanto più essenziale possibile”.

Solo Dio conosce quale sarà il mio percorso futuro e se ci sarà un continuo reale in questo canale, intanto posso solo dire grazie a cittanet per questo mio tratto di strada.

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