54 studenti dell'Istituto Superiore Mattioli di San Salvo si sono recati in Irlanda per uno stage linguistico presso l'ISI Ireland di Dublino con i professori Gigliola D'Ercole, Santina Alfieri, Gina Galante e Davide Aquilano.
Un viaggio nel cuore dell'Irlanda, che oltre a consentirgli di imparare sul campo una lingua, sarà per loro anche esperienza di vita. Racconteranno durante questa settimana, la loro esperienza, con parole ed immagini. Di seguito i racconti di Lorenzo Tana e Federica D'Andreamatteo.
Roma 21/03/2017
La partenza
Alle 4.00 del mattino ci siamo ritrovati con i docenti accompagnatori per partire per lo stage tanto agognato.Dopo solo 10 ore ci saremmo ritrovati catapultati nella metropoli irlandese, Dublino. Dopo il viaggio in bus fino a Roma Fiumicino, ci siamo imbarcati sull'aereo alle ore 11.45 alla volta dell'Irlanda.
Finalmente alle 13.45 (ora locale, essendo il fuso orario -1) siamo atterrati. Siamo stati accolti dalla responsabile irlandese del nostro stage, Elaine Kellie e siamo stati prelevati direttamente dalle famiglie ospitanti, per giungere nella casa che ci avrebbe ospitato per una settimana. La mia "mamma irlandese", Yvonne, si è dimostrata subito disponibile nei confronti miei e di Pierluigi, il mio compagno di stanza, aiutandoci nella sistemazione dei bagagli. Dopo esserci lavati abbiamo cenato (alle ore 18, orario improponibile per qualsiasi italiano) un gran sollievo al termine di una giornata di viaggio.
Sulla tavola ci aspettavano cibi tipici della cucina irlandese, come pollo e patate. Dato l'orario, abbiamo deciso, unitamente con gli altri ragazzi del gruppo, di fare un giro per il quartiere. Il nostro è un quartiere che si qualifica come una periferia, con tutti i suoi pregi e i suoi difetti. Una volta tornati a casa abbiamo deciso di dormire per poter affrontare al meglio la giornata di domani.
Lorenzo
Dublino, 21-03-2017
Urla, risate, canti sono ingredienti fondamentali per la buona riuscita di un'attività scolastica.
Queste sono come un rito al quale non ci si poteva sottrarre nemmeno questa volta, e non di certo un orario scomodo poteva fermare un'onda barbarica di 54 ragazzi come noi.
Dopo ore di viaggio in autobus siamo arrivati in aeroporto, successivamente tra disguidi e problemi siamo riusciti a decollare, riuscendo così a fuggire dalla routine quotidiana.
Arrivati si palpeggiava in aria una varietà di emozioni, si passava dalla felicità alla tristezza, dalla gioia alla malinconia, dalla sicurezza al timore, tutte sparite nell'incontro con le famiglie che si sono mostrate fin da subito cordiali e gentili.
Ora non resta altro che augurarsi "good luck" per questa esperienza.
Federica
