Simone Colameo, “papi dove vai a fare le foto?”

Storie di vita

Maria Napolitano
09/04/2017
Attualità
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Come dice Angelo Pagano (leggi), la vita di ognuno è contraddistinta da una “eccezione” ovvero da un qualcosa che lo caratterizza e lo diversifica da tutti glia altri. “L’eccezione” di Simone Colameo è la sua passione per la fotografia. Spesso e volentieri lo si incontra in giro o con la sua bella famiglia, o con la macchinetta, o con entrambi! A casa, sua figlia che lo vede uscire con le sue macchinette, gli chiede: “papi dove vai a fare le foto?”. In piazza, è Simone che chiede, “facciamo una foto?”. Di seguito l’intervista a Simone Colameo.

Mi racconti un po’ della tua vita?

Da piccolo mi piaceva smontare le macchinucce per capire come erano fatte. Mi affascinavano gli assemblaggi e in particolare i collegamenti elettrici. Quando è arrivato il momento della scelta delle superiori ho scelto il corso di elettricista dell’Istituto Professionale di San Salvo. Durante le superiori mi affascinava ancora di più al mondo elettrico vedendo mio fratello Gianpaolo che smontava e riparava lavatrici ed elettrodomestici per conto di un negozio di San Salvo. Nel 1999, dopo 3 mesi dalla fine del servizio di leva sono entrato a lavorare con un contratto a tempo determinato con Cam Srl di Lanciano. Dopo i fatidici tre anni era arrivato il momento in cui o venivo licenziato o mi assumevano. Anche se avvertivo la paura dell’incertezza, avevo la coscienza a posto perché mi ero comportato bene e avevo dato il meglio di me.  Quel contratto è diventato a tempo indeterminato e sono contento di lavorare per questa ditta. Mi trattano davvero come un figlio. Anche se ho avuto altre proposte, le ho rifiutate perché mi trovo davvero bene lì.

E la tua passione per la fotografia come è nata?

Io sono sempre stato un tipo molto vanitoso. Da piccolo mi piaceva mettermi in posa per farmi fotografare. Papà chiamava sempre Tonino Masciale per farci fare una fotografia. All’inizio usavo una macchinetta compatta di mio padre. Solo che lui ne era molto geloso. Appena ho potuto me ne sono comprata una mia e me la portavo sempre dappertutto soprattutto quando ci dovevamo vedere tra amici. Mi piaceva immortalare quei momenti. Qualche amico ogni tanto mi chiede “mica hai quella foto …di quel giorno…?”. E quando poi gliela porto, facciamo un tuffo in ciò che eravamo. Ho cominciato poi a seguire dei corsi di fotografia e tra questi uno con Marino Ramundi, uno stimato fotografo di Vasto. Nel 2009, dopo essermi sposato con Rosanna, ho comprato la mia prima Reflex. I fotografi che seguo di più in zona sono Marino Ramundi e Nicola Sammartino.

L’anno scorso insieme a Nicola Palma Ucci (leggi) e Marco Granata avete organizzato una mostra fotografica sulla festa di san Vitale a San Salvo. Ci sono progetti altri progetti simili in vista?

Insieme a Pierluigi Ortolano (leggi), Alessandro Pace e una decina di fotoamatori stiamo lavorando sul progetto “Raccontiamo la nostra città”. Verranno mostrati 5 scatti di ognuno per raccontare, le persone, le strutture edilizie, il commercio e simili. Le mie foto saranno dei ritratti di commercianti del centro storico.

Come concili famiglia, lavoro e la tua passione per la fotografia?

Cerco di bilanciare il tempo da dedicare a ognuno altrimenti poi si hanno problemi e qualcosa può crollare.

Cosa ti piace di più immortalare con i tuoi scatti?

Non sono mai stato un appassionato di paesaggi. A me personalmente sembrano statici. Preferisco fotografare le persone in ogni situazione, tristezza, gioia, vita quotidiana, lavoro. Amo la naturalezza, la spontaneità e fotografare ognuno nel suo mondo. Non amo le foto impostate e preferisco ritrarre volti acqua e sapone.  Nei ritratti, generalmente prediligo il bianco e nero perché a volte il colore può distrarre dall’emozione che traspare da un volto.

Quale emozione ti piace di più immortalare con la tua macchinetta?

Senza ombra di dubbio la gioia.

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