Con le lacrime agli occhi ed un pianto profondo mi sono posta tale domanda, per avere da lei la risposta.
Io non ho mai saputo spiegare tale dilemma esistenziale, nè quando spiegavo i versi dei Sepolcri, nè quando lei mi faceva l’analisi “ad litteram” dei versi della poesia” A Silvia“ di Leopardi.
Il mistero lei ora lo ha risolto e, vedendomi tanto raccapricciata e palpitante di quella rabbia che i credenti come lei non ammettono sicuramente potrebbe in sogno aprire la mia mente.
Piccola, attenta, diligente e precisa, Giuliana non si distoglieva dai libri che manteneva con le sue manine, quasi col timore di venir meno al massimo del rispetto che ad essi doveva.
Ordinata svolgeva, con costante zelo, tutti i compiti con la massima attenzione, puntualizzando note lette, ascoltate e ricercate.
La perfezione era il suo obiettivo e, agli esami di Stato, lei l’ha dimostrato alla commissione esaminatrice, meritando il plauso di quello che sarebbe stata, forse, la sua più grande, certa e meritata felicità sognata.
Mai ti dimenticherà chi, come me, conosceva bene te che, al contrario dei “saputelli” cercava di non mettere mai in mostra tutto il suo sapere porgendo sempre, con generosità, collaborazione, complicità ed aiuto.
La tua mamma ha provato l’orgoglio e certezza del tuo amore grande grande quello che tu hai sempre invano sognato di ricevere dal principe azzurro dei tuoi sogni che, certamente, in Paradiso ti stava aspettando. Ora, tu, col sorriso celestiale della vera gioia, mi guardi attenta e, sorridendo, e certamente, mi sussurrerai la risposta che va oltre la ragione dei mortali.
Non è un caso, poi, che la tua dipartita si sia incontrata con la primavera, che ha voluto conoscerti personalmente, per abbracciarti e, con le violette che a te piacevano tanto, augurarti tutto il bene che il mondo terreno non ha saputo offrirti.