Valentina Altieri è l’ingegnere responsabile della progettazione di impianti GTL di Shell di Amsterdam, una importante multinazionale che dal periodo della crisi petrolifera del Kippur nel 1973, sta studiando i carburanti liquidi derivati dal metano.
Nello specifico la Shell sta cercando di mettere in atto la disponibilità di un combustibile a minor impatto per la qualità dell’aria. La multinazionale nel triennio 2014-2016 ha investito nella ricerca un capitale da oltre un miliardo di dollari l’anno.
Uno dei suoi fiori all’occhiello è rappresentato da un suo prodotto autoctono: la tecnologia Gas to Liquid (GtL). Questa tecnologia implica una trasformazione chimica del metano.
Come spiega l’ingegnere Valentina Altieri, “dopo la depurazione del gas la molecola viene completamente trasformata con un processo ’su misura’. Il metano pulito e desolforato viene combinato con l’ossigeno per produrre il Syngas che, catalizzato, crea composti cerosi dalle lunghe molecole paraffiniche. I composti cerosi vengono di conseguenza ’craccati’, come avviene nelle torri di cracking per il petrolio, creando molecole più piccole. Da queste si derivano nafta, detergenti altamente biodegradabili, gasolio, kerosene avio e oli base per lubrificanti”.
I prodotti GtL, consentono una migliore combustione, più regolare e pulita, hanno alto potere calorifico, odore quasi nullo (mancando gli aromatici cancerogeni), fuliggine assente durante la combustione e di conseguenza riduzione dell’inquinamento locale. Inoltre porta anche il vantaggio di una minore manutenzione per i macchinari che, non soffocati dalla polvere nera, girano anche meglio per via della combustione più regolare garantita dalle ordinate molecole ’sartoriali’ dei prodotti Gtl, facendo anche un po’ meno rumore.
I carburanti derivati dal gas si possono usare senza nessuna modifica ai motori convenzionali e alla rete di distribuzione: il gasolio GtL si può miscelare con quello standard rendendolo meno inquinante o usare puro (ad Amsterdam si trova in due stazioni di servizio).