Ho utilizzato come titolo e sottotitolo di questo intervento i versi di due celebri, popolarissime canzoni per sdrammatizzare le mie riflessioni che non vogliono essere né polemiche e tanto meno provocatorie.
Già in data 28 maggio 2016 (in coda al mio pezzo intitolato “L’incompiutezza”) segnalavo testualmente: “... parlo pure delle ‘colonnine/parcometri’ da cui dovrebbe dipendere la realizzazione del salvifico ‘Piano Marketing’ (sic!) per la rivitalizzazione e il rilancio del centro storico. Nel loro piccolo altre ‘incompiute’. Quelle colonnine, tre mesi dopo la loro installazione, se ne stanno pudicamente fasciate da teli di plastica...”
(http://www.sansalvo.net/notizie/attualita/19882/lincompiutezza)
Dopo quella mia segnalazione le colonnine entrarono prontamente in servizio (quasi per farmi molto narcisisticamente pensare che avevo fatto centro!)... ma solo ‘ufficialmente’. Di fatto erano entrate in servizio ‘saltuario’, perché a me (nei periodi che saltuariamente trascorro a San Salvo) è successo pochissime volte di poterle davvero utilizzare. Spesso non sono state in grado di assolvere al compito per il quale erano state installate: semplicemente non funzionavano. Circostanza peraltro nota ai più, perché in molti, visti i miei reiterati tentativi di ottenere il previsto biglietto, mi suggerivano di usare il vecchio, familiare, tradizionale disco orario.
A suo tempo (parlo ancora di quando segnalavo l’ennesima “incompiutezza” sansalvese) avevo deliberatamente evitato di dire la mia sul merito specifico di quelle colonnine: non volevo passare per quello che fa il ‘precisino’ e ha sempre da ridire su tutto. Avevo deciso di aspettare per vedere quello che sarebbe successo. Ma i dubbi che le colonnine non potessero assolvere alla loro ‘missione impossibile’ per me erano già certezze.
E così del merito specifico mi occuperò qui di seguito, ora che è passato più di un anno dalla entrata in (mal)funzione delle colonnine. Perché proprio ora? Perché sono tornato a San Salvo e le ho ritrovate dichiaratamente fuori servizio, di nuovo pudicamente fasciate da teli di plastica.
Premessa per ricordare a tutti che a San Salvo (in qualsiasi parte della città) è impresa davvero ardua trovare in giro agenti della polizia locale. Qualcuno dirà “Meno male!” Ma si tratta (non ho dubbi) solo di quei pochi cittadini che nel disordine e nell’inefficienza del sistema sguazzano e non desiderano che le cose funzionino davvero (come invece richiederebbe il bene di tutti). Ma non è questo, stavolta, l’argomento che desidero affrontare.
È risaputo, dunque, che la vigilanza attiva sul territorio cittadino è episodio raro, ma non mi meraviglierò se gli addetti ai lavori vorranno e sapranno motivare tale stato di fatto con mille diverse giustificazioni (tutte inattaccabili dal loro punto di vista), prima fra tutte la carenza dell’organico di polizia locale. Bene. Mi chiedo allora perché se la carenza degli organici è cosa ‘stra-nota’ si sia pensato a quelle colonnine se poi, per il controllo del rispetto dei limiti orari della sosta, sarebbe stata comunque indispensabile la presenza della polizia locale... che non c’è, ma che avrebbe dovuto passare almeno una volta all’ora per i controlli conseguenti alla messa in funzione delle colonnine.
Un provvedimento inutile, allora, l’istallazione delle colonnine, ma anche una spesa inutile.
Come quella (tanto per rimanere in tema di polizia locale) delle ben note ‘garitte realizzate in tubolare di acciaio’, di cui pure mi sono occupato nel già citato “L’incompiutezza” del 28 maggio 2016.
Come, con ogni probabilità, si rivelerà ‘superflua’ la recentissima dotazione dei ‘palmari’ per la polizia locale: dotazione che dovrebbe servire, è stato detto, a velocizzare la gestione post-multa... ma se la polizia non è in strada quali multe? O si può allora sperare che quest’ultimo provvedimento farà in modo che la polizia locale cominci a farsi vedere per strada, magari non solo per sanzionare, ma soprattutto per disciplinare?
Per concludere: penso che con il già richiamato intervento del maggio 2016 io sia stato troppo ‘buonista’ (si dice così di questi tempi) a non ‘predire’ già in quell’occasione la fin troppo ovvia inutilità delle colonnine (davvero incolpevoli -loro sì - del mancato rilancio e rivitalizzazione del centro). E le mie convinzioni non derivavano certamente da mie particolari inclinazione nell’arte divinatoria, ma solo perché “Nun c'è bisogno 'a zingara p'andiviná”
L’amara conclusione, allora, è che semplicemente...“Era già tutto previsto!”