Cari amici di San Salvo, approfitto per invitarvi domenica 10 dicembre alle 10.30 ad Archi per il mio ingresso quale parroco della Parrocchia di S. Maria dell’Olmo. Vi chiedo preghiere perché possa essere strumento di Dio per questa nuova comunità che sono chiamato a servire. Grazie!
Molti miei parrocchiani mi hanno chiesto: “Don, ma se rifiuti che succede?”.
Vorrei che per qualche secondo entraste nella vita più intima di un prete, che non è la pastorale, la manutenzione, l’animazione, la predicazione, ecc.. ma il rapporto intimo con il Signore Gesù. La configurazione totale a Gesù che il giorno dell’ordinazione ho volentieri accettato di desiderare e volere mi spinge dolcemente a consegnare tutta la mia vita a Lui; carissimi, io non sono più mio. Un prete non è di nessuno, se non di Dio. E sempre quel giorno ho chiesto al Signore di guidarmi per mezzo delle mani del vescovo. Se disobbedissi, annuncerei me stesso, riprenderei dalle mani di Dio ciò che con passione e fatica ho consegnato quel giorno e ogni giorno. Sarei sterile, morente, infecondo: sarei dannoso. I grandi santi ci dicono che chi chiede obbedienza può sbagliare, chi obbedisce non sbaglia mai: non voglio certamente convincervi ma interpellare la vostra fede.