Spopolamento Alto Vastese, allarme ignorato dalla classe politica

Francesco Bottone
10/09/2007
Attualità
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CASTELGUIDONE - Suscita davvero un certo imbarazzo il silenzio con il quale la classe politica abruzzese, sia quella locale che provinciale e regionale, ha risposto agli allarmanti dati sullo spopolamento delle zone montane diffusi nelle scorse settimane dagli uffici della Caritas diocesana di Trivento. Mentre in Molise si è avuto un certo clamore, con l'interessamento da parte di sindaci, consiglieri provinciali e regionali, e pare qualcosa si stia muovendo, nel versante abruzzese la questione è passata in sordina. Fatta eccezione per un consigliere comunale, il capogruppo di opposizione di Castelguidone, Gabriele Di Paolo, che, solitario, ha avuto la sensibilità, se non altro, di prendere coscienza della situazione drammatica. Eppure sono diversi i centri montani in provincia di Chieti che compaiono nella triste classifica della Caritas e che rischiano dunque, se il trend negativo di spopolamento non dovesse essere invertito, letteralmente di scomparire entro l'anno 2032. Praticamente tutto il territorio dell'Alto Vastese, buona parte del quale ricade sotto la giurisdizione ecclesiastica della diocesi di Trivento, è a rischio spopolamento, e nel corso di qualche decennio i centri montani diventeranno delle ''ghost town'', paesi fantasma. Questi i dati impietosi diffusi, anche a mezzo stampa, dagli uffici Caritas diretti dal parroco di Castelguidone, don Alberto Conti, e relativi alla flessione di popolazione residente che si è registrata solo nell'ultimo decennio: Castelguidone meno 50 unità, Castiglione Messer Marino meno 377, Schiavi di Abruzzo meno 425, Celenza sul Trigno meno 148, San Giovanni Lipioni meno 93, Torrebruna meno 210. Con il termine ''unità'', occorre ricordarlo, si intendono persone defunte e, in previsione, il numero delle dipartite è destinato ad aumentare esponenzialmente visto che più della metà della popolazione attualmente residente è composta da ultra-settantenni. Con questi ritmi di mortalità, se rapportati ad una natalità prossima allo zero, è facile comprendere che la previsione apocalittica di un territorio fantasma entro il 2032 è tutt'altro che allarmistica, ma drasticamente reale. Cosa fa la politica, coloro che pretendono di amministrare i centri dell'Alto Vastese, per porre rimedio, o cercare di farlo, a questa situazione? Al momento sostanzialmente nulla. Non risulta nemmeno un intervento pubblico, di quelli opportunistici e demagogici che solitamente ogni politico non perde occasione di fare sulla stampa locale. Il silenzio più assordante. E d'altro canto cosa potrebbero dire i cosiddetti amministratori locali, di fronte a dati che li inchiodano alle proprie responsabilità? Forse è vero, meglio tacere, e assistere, facendo finta di nulla, alla lenta agonia di un intero territorio. http://www.francescobottone.splinder.com/

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