Daniele Zinni: “Mi piacerebbe dare ai ragazzini la possibilità che io non ho avuto alla loro età”

Maria Napolitano
22/04/2018
Territorio
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Domenica 15 aprile scorso il motociclista sansalvese Daniele Zinni ha vinto, nella sua categoria, la prima tappa del Campionato Italiano di Velocità del motociclismo, primo appuntamento stagionale della Coppa Italia 2018. Ma chi è Daniele Zinni e come è arrivato a questo traguardo? Di seguito una breve intervista.

Come e quando è nata la sua passione per la moto?

Ho sempre avuto la passione per i motori. Non c’è stata un vera e propria scintilla che ha fatto sì che mi innamorassi delle due ruote ma mi ha sempre affascinato. Oggi che lo pratico anche a livello agonistico sento quasi ci sia nato. Da piccolo non ho avuto mai la possibilità di praticare questo sport, sia per una questione economica e sia per il fatto che la zona è quella che è, e non c’è la cultura per questo sport. Ultimamente anche San Salvo si sta avvicinando a questo mondo. Gli unici contatti che avevo con questo sport era quello di vedere le gare di MotoGP e Superbike alla Tv con mio padre. E già solo vederli girare a me saliva una voglia indescrivibile di provare quelle sensazioni. Ricordo che appena finivo di vedere una gara in tv la domenica, mi preparavo mi mettevo la mia maglia della Ducati( a cui ero tanto affezionato) e partivo con il mio scooter in giro per fare le curve alla massima velocità, come facevano i piloti.

A che età si è avvicinato a questo sport?

Il primo vero avvicinamento a questo sport l’ho avuto tardi, poco prima della maggiore età,16/17 anni. Riuscii a comperarmi una minimoto con cui potevo andare al kartodromo a girare e divertirmi con gli amici in tutta sicurezza. Una delle sensazioni più forti che provavo era quando, in curva, con il corpo che seguiva a tutta velocità l’andamento della strada, le mie ginocchia sfioravano l’asfalto. Queste prime esperienze furono la conferma che tutto ciò che fino a poco tempo prima: le moto le avevo nel dna da sempre e non le avrei mai lasciate. Sono stato subito bravino. Senza aver ricevuto nessuna vera lezione in materia, in pista tutto mi veniva naturale.

Quando è passato dalla minimoto alla moto più grande?

È stato quasi immediato, infatti quelle motine mi sono state subito strette. Avevo voglia di andare più forte, di avere l’ebbrezza della velocità! Comprai una moto allestita già da pista e cominciai a girare nei circuiti nazionali. Ricordo ancora la prima volta che arrivai in pista, un misto di frenesia e paura! Vedevo moto sfrecciare a 200km/h, e pensare che da lì a poco ci sarei entrato anch’io. Era adrenalina pura! Dopo un paio di anni che giravo e mi allenavo capii che la semplice giornata di pista la domenica con gli amici non mi bastava più. Volevo gareggiare!  E Così nel 2011 mi iscrissi al mio primo trofeo. L’emozione che può darti una gara non può dartela nessun’altra cosa....... infatti dopo la prima non smisi più! E tutt’ora non vedo l’ora di essere in pista per gareggiare.

Ha avuto un mentore?

Una persona che mi ha aiutato tanto in questo percorso  è stato Gino Di Paolo, esperto nel settore dei motori. Da sempre ha sempre pensato alla cura delle mie moto, e non solo, mi dà consigli in tutto quasi come un secondo padre insomma!  Andavamo alle corse solo io e lui, con il furgone stracarico di roba montando tutto di notte per poi partire con le prove in moto la mattina dopo. Impensabile per chiunque! Ma alla fine grazie all’impegno e alla passione infinita venivano fuori anche dei bei risultati considerate la concorrenza agguerrita. Oltre a lui inoltre ho una squadra di amici “corsaioli” e chi in un modo e chi in un altro mi danno tutti una mano: dall’allenarci tutti insieme nel weekend, all’essere a disposizione per qualsiasi cosa abbia bisogno.  In una di queste abbiamo conosciuto il team BIKE & MOTOR di Teramo. Mi  videro correre con un moto che oltre ad essere di anni più vecchia rispetto a quelle in griglia, e priva di tutto ciò che serviva ad una moto per correre rispetto ai loro canoni, riuscii a stupirli! Da allora siamo rimasti sempre in contatto tant’è vero che poco dopo quella gara mi proposero di correre per loro in una tappa del campionato spagnolo a Valencia. Era novembre 2014! Accettai e partimmo io e il solito Gino di Paolo! Un’esperienza indimenticabile, mi dovetti confrontare con piloti di livello mondiale.

I suoi genitori come vivono questa sua scelta?

Speravano fosse una passione temporanea da bambino. Mio padre ama molto questo sport. Ad ogni Gran Premio MotoGP o Superbike  in TV è tradizione vederlo insieme sul divano. Il problema è quando corro io! Ha così paura che da quando vado in moto praticamente, sarà venuto al massimo 2 volte a vedermi. Non riesce e mia madre lo segue a ruota. Si informano su tutto e vogliono sapere sempre come è andata e comunque li sento sempre vicini anche in pista!

Oltre a vincere in pista cosa le piacerebbe fare con questa sua passione per le moto?

Mi piacerebbe dare la possibilità ai ragazzini che hanno questa passione di fare quello che non ho potuto fare io alla loro età. La moto può essere un motivo per levarli dalla strada, e dare loro degli impegni ed educarli alla disciplina.

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