“A 18 anni nessuno mi voleva”

Con il concerto di Barbarossa e gli spari si sono conclusi i festeggiamenti in onore di San Vitale

Maria Napolitano
29/04/2018
Tradizioni
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Si è conclusa la festa patronale 2018. Non è mancata la tradizionale “benedizione di San Vitale”! Nel pomeriggio come consuetudine in questo giorno è piovuto, giusto quel tanto che non ha intaccato l’evento clou della festa: il concerto serale.

Una piazza gremita “per niente scontata” (come ha detto il cantautore) ha accolto Luca Barbarossa. “anch’io sono un po’ abruzzese perché mio nonno era di Farindola”.

Il cantautore romano non ha deluso il suo pubblico regalando un concerto in cui ha intervallato le sue canzoni più importanti con il racconto delle circostanze che ne hanno ispirato i testi.

Preferiva la musica agli studi e a 18 anni nessuno lo voleva. Se ne andava con la sua chitarra a suonare a piazza Navona. Lì cominciò ad appuntarsi i testo di una canzone, “Roma spogliata” che poi lo porterà a Sanremo.  Molti romani che l’avevano visto in piazza Navona il giorno prima dicevano “ma questo ragazzo è quello che fino all’atro giorno stava lì in piazza”.

Un anno dopo si era ritrovato a Castrocaro come membro della giuria per la selezione di giovani talenti. Tra questi c’erano i giovanissimi Eros Ramazzotti e Zucchero Fornaciari. Eros, nel frangente che il papà faceva loro un foto, gli chiese “Ma come si fa ad avere successo”. “Sono passati quasi 40 anni da allora e non sono mai riuscito a ricordare cosa gli ho risposto”.  

“Via Margutta” è stata ispirata da tanti racconti del nonno che raccontava di tanti episodi che erano successi anche nel periodo della guerra in quella strada. Uno in particolare: “in quella mansarda abbiamo nascosto un bambino ebreo per non farlo deportare.

La musica di Barbarossa e che in tanti hanno ascoltata in piazza Papa Giovanni XXIII ieri sera, non è stata solo quella leggera che ti scalda il cuore ma anche di denuncia come con “Yuppies”, canzone scritta nel periodo di tangentopoli per denunciare i politici corrotti. “Ora non è più così….””.

“Roma è de tutti” “È un atto d’amore verso una città in difficoltà, che ha bisogno di raccogliere energie non solo al proprio interno e di affrontare nuove sfide di carattere culturale.”

Il concerto si è concluso con due delle sue canzoni più popolari e più amate dai suoi fan: “Portami a ballare” e “Passame er sale” e con quel pizzico di ottimismo “guarda le cose positive”. Rivolgendosi a un musicista che suonava ieri sera e che era calvo “non pensare che hai perso i capelli ma che hai guadagnato la pelle”

Dopo che è finito il concerto, così come è iniziata si è conclusa la festa del Santo patrono di San Salvo targato 2018, gli spari: al mattino solo boato alla sera anche luci e colori.

 

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