Tagli alla sanità. Problemi in vista per l'Alto Vastese

Francesco Bottone
29/10/2007
Attualità
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La mannaia dei tagli alla sanità molisana sta dunque per abbattersi anche sul reparto di ginecologia e ostetricia dell'ospedale di Agnone, punto di riferimento sanitario non solo per i comuni dell'Alto e Altissimo Molise, ma anche del basso Chetino, e dell'Alto Vastese in particolare. L'annuncio del ridimensionamento del nosocomio molisano segue analoghi tagli minacciati per i reparti nido e punto nascita degli ospedali di Atessa e Castel di Sangro, rispettivamente in provincia di Chieti e L'Aquila, proprio al di là del confine. Terra bruciata dunque, per il territorio a cavallo tra le due regioni, una vera e propria ''No man's land'' dove, a sentire le sibilline e minacciose voci delle amministrazione interessate a più livelli alla vicenda, tra qualche mese non nascerà più nessuno. Probabilmente qualcuno che siede in alto ha pensato di dare una mano allo spopolamento costante dell'entroterra abruzzese e molisano tagliando anche i servizi essenziali, quelli basilari, richiamati anche sulla cosiddetta carta costituzionale. L'importante è risparmiare, anche a costo di fare il deserto nell'entroterra. Evidentemente allarmato dalla minaccia del probabile colpo di forbici sull'ospedale di Agone il consigliere provinciale della Provincia di Chieti, Emilio Di Lizia, nella sua duplice veste di amministratore e medico. L'ex sindaco di Castiglione Messer Marino, centro dell'Alto Vastese a pochi chilometri da Agnone, non ha nascosto la sua apprensione in merito alla notizia della chiusura del punto nascita: ''Apprendo con preoccupazione quanto sta accadendo, e non posso non manifestare pubblicamente piena soddisfazione alla comunità e alle istituzioni della vicina Agnone. - ha esordito il consigliere Di Lizia - La cittadina molisana ha la fortuna di aver contribuito in maniera determinante all'elezione di un assessore regionale, è bene dunque chi può si muova nelle sedi appropriate''. Tornando poi alla limitrofa realtà dell'Alto Vastese, l'ex sindaco aggiunge: ''Prima hanno tentato di chiudere l'ufficio del Giudice di Pace di Castiglione M. M., poi si è parlato del trasferimento del locale centro di formazione professionale, ora l'annuncio dei tagli ai reparti di ginecologia e ostetricia ad Atessa ed Agnone. Se è vero che le donne di Atessa possono raggiungere facilmente l'ospedale di Lanciano, e magari le mamme di Agnone possono rivolgersi ad Isernia, i territori di confine, come l'Alto Vastese, subiranno i più grossi disagi se questi piani dovessero tradursi in realtà''. Una soppressione graduale di servizi essenziali, di questo si tratta per l'entroterra delle due regioni, una sorta di ''terra di mezzo'' senza diritti e senza voce. Il sindaco di Agnone, Gelsomino De Vita, ha parlato addirittura e comprensibilmente di una realtà simile alle riserve indiane. Non ha una ricetta immediata il consigliere provinciale di Lizia, ma prova ugualmente a proporre qualcosa di concreto: ''Ripensiamo il ruolo dei Patti territoriali anche tra comuni di diverse regioni, e investiamo dell'emergenza sanitaria questi organismi. Le istituzioni di Abruzzo e Molise devono agire insieme per cercare soluzioni condivise e utili al territorio. E non è escluso che possa avere senso riprendere l'idea di una macroregione. Torniamo insieme, l'Abruzzo e il Molise, per potenziare e migliorare i servizi per il cittadino''. Forse una provocazione quella del consigliere provinciale, che però, se per assurdo attuata, avrebbe immediatamente l'effetto di dimezzare le spese di gestione per la politica. Un solo consiglio regionale invece dei due attuali, meno assessori e consiglieri da pagare profumatamente con soldi pubblici, quegli stessi capitali che potrebbero essere impiegati ad esempio per mantenere aperto il punto nascita di Agnone o di Atessa. In chiusura Emilio Di Lizia aggiunge, sfiorando ancora le corde della provocazione: ''Se dovessero effettivamente essere tagliati quei reparti, ci dicano allora dove dovranno nascere i nostri figli, dove potranno partorire le nostre mamme. O è forse giunto il momento di ripensare alla figura storica dell'ostetrica?''.

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