Gesù:« Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete!»

Signore, dacci sempre questo Pane

Raimondo Artese
04/08/2018
Attualità
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In quel tempo, quando la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato». Allora gli dissero: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo”». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo». Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!». (Gv 6,24-35)

 

Dalla mia esperienza, di figlio di allevatori di polli, ho capito che essi vanno dietro a chi dà loro il mangime. Se butti del mangime, i polli ti seguiranno ovunque ... Ricorda, però, che non ti seguono per amore, ma solo per il mangime.

In Cina, alla fine dell’800, il cristianesimo fece molti proseliti basandosi sugli aiuti economici: molti cinesi erano pronti a farsi battezzare pur di avere una scodella di riso dai generosi missionari. Li nominarono i "cristiani del riso".

La folla era stata saziata dal miracolo dei pani, compiuto da Gesù. Aveva, quindi, nella sua immaginazione e nella sua sete di serenità e sicurezza economica, che troppe volte manca a tanti nel mondo, in ogni tempo, la possibilità di trovare in Gesù una certezza “materiale”

Gesù era diventato, per la folla, uno che, in un modo o in un altro, avrebbe soddisfatto e risolto i problemi quotidiani, quelli che affliggono tragicamente intere famiglie e intere nazioni, anche oggi.

Gesù capisce il vero motivo per cui lo cercano. E prova a farli riflettere: «Voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati».

Da vero educatore, non li respinge, ma li aiuta a capire perché lo stanno cercando: Voi mi cercate perché avete riempito la pancia. Ma ci può essere un motivo diverso per cercarmi. Potreste cercarmi perché avete visto dei segni.

La moltiplicazione dei pani, quindi, non è la realtà su cui fissarsi, ma è un segno che indica oltre. Altrimenti fanno come lo stupido che, invece di guardare la luna, guarda il dito che la indica.

Devono andare oltre. C'è un altro pane da cercare. È la persona stessa di Gesù:« Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete!»

Gesù invita la folla a prendere coscienza che, accanto alla fame biologica e al cibo che la soddisfa, vi è anche fame di senso e di una relazione personale che la nutre. Che apre il segreto della vita interiore di ogni uomo, che desidera davvero “entrare nella vita”, anche oggi, soprattutto oggi. Ricevere il Pane di Dio significa credere di fatto in Gesù, accostarsi a Lui come al Figlio di Dio, per ricevere da Lui la Vita.

Oggi 26 bambini, in Parrocchia, ricevono  per la prima volta l’Eucarestia, ma perché lo fanno? Per fare la festa, per ricevere i regali, perchè lo fa anche l’amico,… Ma se in loro ci fosse la ricerca vera di Gesù allora la loro vita potrebbe essere diversa.

Carlo Acutis, un ragazzo che muore a soli 15 anni a causa di una leucemia fulminante, da quando ha ricevuto la Prima Comunione, non ha mai mancato all’appuntamento quotidiano con la Santa Messa. La modernità e l’attualità di Carlo si coniuga perfettamente con la sua profonda vita eucaristica che hanno contribuito a fare di lui quel ragazzo specialissimo. Per citare le stesse parole di Carlo: “La nostra meta deve essere l’infinito, non il finito. L’Infinito è la nostra Patria. Da sempre siamo attesi in Cielo”. “Tutti nascono come originali ma molti muoiono come fotocopie”.  (www.carloacutis.com/it/association)

Ricordo un incontro, di tanti anni fa. Sedevo, una sera, sul muretto della Villa. Vicino a me c'era un giovane, che aveva cercato di godersi fino in fondo questa vita, cercando disperatamente in ogni situazione “qualcosa”, “qualcuno”, che lo saziasse.

«Ha mai pensato - mi diceva quel giovane - cosa voglia dire passare notti e notti in discoteche, farsi assordare dal grande chiasso che chiamano musica? Essere circondati, urtati da persone che continuamente parlano e ridono nello sforzo di dare un volto a un divertimento che invece è solo stordimento? Lo sa quante volte si prova disgusto per tutto questo? Amicizie che sono solo egoismi soddisfatti e buttati. Discorsi che sono solo rumori per ingannarsi». Dopo un po’ di silenzio gli chiesi: «Che ne dici di quei giovani, che credono e cantano: “Gesù, Tu sei la mia vita, altro io non ho?”. Sono tanti, sai, giovani e meno giovani, che non “vedono” la vita come te. Sono nelle scuole, nelle piazze, al lavoro, nei conventi.».

Pensavo a quando sono entrato in Seminario, avevo 12 anni, e non avevo mai vissuto quei rumori, ma anche se un non sempre avevo accettato con facilità le regole e le persone che mi stavano accanto, avevo affidato la mia vita a Gesù, anche se con tanti dubbi e paure. E ancora mentre scrivo mi commuove questo mio Dio, che non si impone con la grandezza che spaventa, ma si avvicina con passi discreti, come sa fare solo chi ama veramente, e si fa cibo che veramente dà la Vita, quella vera.

Alla fine quel giovane mi chiese: «Don, mi aiuti a trovare un senso alla vita.» Quel giovane, oggi, è un padre di famiglia, felice e con una famiglia numerosa per giunta, e vive, giorno per giorno, una vita diventata Eucaristia, ringraziamento. E racconta ai suoi figli e ai suoi nipoti del giorno in cui “Gesù è diventato la mia vita, altro io non ho... se non voi, che mi siete stati affidati da Lui!”. Come tanti, ha avuto la grazia, con il Pane della Vita, di imparare a “volare alto”, come certamente ognuno di noi può fare se solo crediamo in Gesù persona viva che cammina al nostro fianco e si dona a noi nell'Eucarestia.

Gesù ci invita a darci da fare non solo per il cibo materiale ma anche per quello spirituale, non solo per il pane quotidiano ma anche per quello della Parola. Non sono in contrapposizione. Il pane e tutto ciò che sostiene la vita fisica va prodotto e messo in circolo, perché tutti ne abbiano a sufficienza. «Bisogna rimettere in moto l'economia», è la frase che sentiamo spesso ripetere. Vero! Ma ci vuole anche un senso alla vita, una direzione al nostro agire.

Abbiamo bisogno di uno sguardo più ampio sulla vita e sul mondo. Dobbiamo darci da fare per nutrire l'anima, che significa nutrire le relazioni e la fiducia reciproca, la fraternità e la speranza. Se noi cristiani siamo i primi a essere denutriti nello spirito, come potremo saziare la fame del mondo?

Signore voglio affidarti i tanti che ti cercano per avere un po’ di felicità, ma si fermano ai rumori, al farsi un drink, alla ricerca di un amore,… sperando così di riempire la vita e non riescono a trovare Te per poter dare senso alla loro esistenza, guidali Tu, Signore, perché possano trovare Te che sei Via Verità e Vita. Amen

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