Peculiarità sansalvesi

Per la serie: “LE PAROLE SONO IMPORTANTI”

Romolo Chiancone
03/09/2018
Attualità
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Ho già avuto modo, in passato, di parlare di alcune anomale peculiarità di San Salvo: ‘città incompiuta’ (leggi http://www.sansalvo.net/notizie/attualita/19053/la-citta-incompiuta), ‘città senza struscio’ (leggi http://www.sansalvo.net/notizie/attualita/19660/una-citta-senza-struscio), ‘l’incompiutezza’ (leggi http://www.sansalvo.net/notizie/attualita/19882/lincompiutezza), ‘città con problemi di identità e senso di appartenenza’ (leggi http://www.sansalvo.net/notizie/attualita/20985/si-possono-recuperare-senso-di-appartenenza-e-identita-cittadina )... 

Oggi mi occuperò della ‘originalità creativa’ di taluni cartelli stradali a San Salvo.

Ho avuto la fortuna di girare molto l’Italia e ho dovuto riscontrare che è abbastanza diffusa una sorta di pulsione a legiferare ‘per eccezione’, da parte degli amministratori locali (che si avvalgono del determinante apporto di uffici dove opera personale superspecializzato in quelle acrobazie lessicali proprie di un lessico ‘burocratese’ spesso impenetrabile).

Succede così che talvolta (direi anche spesso) veri e propri editti corredino gli intuitivi cartelli validi in tutto il mondo. In questi casi l’automobilista abituato a rispettare le norme sarebbe costretto a fermarsi per leggere... bloccando così il traffico. Unica alternativa possibile per lo sventurato è rischiare di violare il precetto che non è materialmente riuscito a leggere, andare avanti e sperare nella buona sorte. Soluzione che, però, certifica il fallimento della funzione originariamente affidata a quel cartello che, com’è spesso articolato, somiglia piuttosto a una delle ben note ‘grida’ di manzoniana memoria.

Fatta questa doverosa premessa, credo di fornire un utile servizio alla città di San Salvo se segnalo la lunga serie di cartelli presenti in centro, la cui interpretazione non è immediata, almeno per le mie capacità intellettive. 

Parlo degli indicatori di sosta (sfondo azzurro e P bianca) che disciplinano le modalità di parcheggio negli appositi spazi delimitati da strisce bianche, e quindi non a pagamento: in quegli spazi la sosta è limitata a un’ora. Ma, più in basso, con ulteriore cartello è anche specificato: “Escluso dalle 13.00 alle 16.00”. Questo, in italiano corrente, significa che il parcheggio, normalmente possibile limitatamente 60 minuti, è vietato (‘escluso’) dalle ore 13 alle 16. 

E invece probabilmente no! Immagino che, nelle intenzioni di chi ha concepito il cartello, vorrebbe indicare che il limite di un’ora non vale dalle 13.00 alle 16.00... con buona pace dell’italiano (il soggetto originario è ‘Parcheggio’).

Ma non finisce qui perché, se fosse così, l’indicazione implicherebbe il divieto di parcheggiare un’auto per tutta la notte... l’esatto contrario di quanto succede un po’ in tutte le città, dove cartelli compilati in maniera chiara e inequivocabile, avvertono che perfino negli spazi a pagamento (delimitati da strisce azzurre), è possibile parcheggiare gratuitamente (generalmente) dalle ore 20.00 alle ore 8.00 del giorno successivo, salvo diversi modalità/orari chiaramente indicati.

Rimango nel tema: continuo a non vedere alcun servizio di sorveglianza da parte della polizia locale: ciò comporta che la segnaletica (tutta) diventi una sorta di elemento di arredo urbano, senza altra finalità, giustificazione, utilità... come (del resto) le altrettanto inutilizzate garitte. Dopo i pasticciati tentativi fatti con gli inutili e costosi parchimetri ‘totem’ (da qualche tempo eliminati), è possibile sperare in una segnaletica chiara e uniforme con quella vigente nel resto d’Italia? Basterebbe copiare! 

Ma, ovviamente, anche quella di copiare non è arte semplice. Se proprio si vuole copiare, bisognerebbe prima capire bene quello che si copia e poi valutare se è adeguato allo scopo.

Romolo Chiancone

 

 

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