Tra le province emerge Pescara per numero di effetti protestati (1.614 che costituiscono il 29,2% del totale regionale) e Chieti per valore degli effetti protestati (2,633 milioni di euro pari al 31,1% del totale abruzzese). La provincia di Teramo spicca sia per il minor numero di effetti protestati sia per il loro minore importo totale (rispettivamente 1.072 pari al 19,4% e 1,710 milioni di euro pari al 20,1%). La provincia dell’Aquila rappresenta circa un quarto sia del numero dei protesti regionali (25,6%) che del loro importo totale (23,4%).
Tra il 2016 e il 2017 in Abruzzo è diminuito sia il numero dei protesti levati (-13,0%) che il loro importo totale (-17,2%) con conseguente diminuzione dell’importo medio (passato da 1.630 euro a 1.551 euro). Tali andamenti sono dovuti a flessioni di entrambi gli indicatori che hanno coinvolto tutte le province (in particolare Teramo con rispettivamente -28,7% e -26,4%). Teramo è l’unica provincia dove, al contrario delle altre, l’importo medio è aumentato (da 1.577 a 1.628 euro).
Riguardo ai comuni capoluogo si nota che durante il I semestre 2018 il numero di effetti protestati è stato particolarmente alto a Pescara (1.063) dove hanno raggiunto un importo totale di 1,5 milioni di euro. Gli altri capoluoghi mostrano situazioni differenti con L’Aquila e Chieti che si attestano su valori molto più bassi (rispettivamente 355 e 316 protesti per un ammontare di 625.859 e 532.557 euro) e Teramo dove è stato levato 1 solo protesto per un ammontare di 2.614 euro.
I capoluoghi provinciali abruzzesi rappresentano un peso diversificato rispetto al totale degli effetti protestati nella rispettiva provincia: mentre Pescara costituisce circa i 2/3 del totale, L’Aquila supera un quarto, Chieti si aggira intorno al 20% e Teramo non raggiunge neanche lo 0,5%.
Nel periodo 2016-2017 mentre il numero di protesti è diminuito in tutti i capoluoghi provinciali (in particolare a Teramo -33,3%) l’importo totale dei protesti è calato ovunque con la sola eccezione rappresentata da Teramo dove è aumentato del 69,0%. Di conseguenza, mentre in tutti i capoluoghi l’importo medio è sceso, a Teramo è aumentato da 133 a 338 euro.