Angiolina nel Paese delle Meraviglie

La Giostra della Memoria di Angiolina Balduzzi, orgoglio autoctono di San Salvo e dell’Abruzzo tutto

Laura Di Iorio
31/10/2018
Attualità
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Angiolina nel Paese delle Meraviglie. La volitiva e appassionata Signora dai capelli rossi, che si aggira orgogliosa – e a ragione – nelle sue stanze piene di ricordi, è la Professoressa Angiolina Balduzzi. Il Paese delle Meraviglie è San Salvo, da secoli la porta sud orientale della terra d’Abruzzi. E la fiaba si consuma nella Giostra della Memoria, il museo demo-antropologico, creato dalla Professoressa Balduzzi, inesausta ricercatrice delle ataviche tradizioni, che ci consegna un archivio ricco di storia, documenti, simboli, un patrimonio di inestimabile valore reso, in termini di fruibilità, ancora più intrigante dalla struttura labirintica che lo ospita: cinque antiche case, in pieno centro storico, a pochi passi dal Museo Archeologico, internamente comunicanti.

Il progetto - più di 20 anni all’attivo per la struttura museale, diretta dalla Balduzzi con l’ausilio della figlia Valina, valente guida - affonda la sua genesi nelle radici affettive e culturali della storia di San Salvo e dell’Abruzzo tutto, con la sua storia che viene da lontano, così sottesa di arcano, fra impennate del sogno e del mito e la razionale adesione al fluire dei giorni, delle stagioni, delle tradizioni, dei sentimenti della gente. Con tanto di emozioni, che arrivano miracolosamente intatte dal passato, come ci racconta la stessa Angiolina: ‹‹Quando la sposa tesseva al telaio la sua dote, quando lo speziale preparava cataplasmi con le erbe, quando le felci allontanavano le streghe, quando la nonna toglieva il malocchio, quando si beveva al boccale, quando i contadini misuravano il tempo con il sole, quando le pecore camminavano lungo i tratturi e i pastori si femavano nei santuari, quando la maestra insegnava a scrivere con penna e calamaio, quando le bambole si mettevano sul letto, quando a lume di candela si recitava il rosario e ci si coricava sul pagliericcio sdraiato sul pavimento di mattoni...››.

Ed ecco che, complice il tono affabulatorio e coinvolgente della mitica Angiolina, siamo pronti a salire su questa giostra, a farci rapire dal suo ritmo vorticoso, senza avere più voglia di scendere. L’itinerario si snoda attraverso tematiche legate al territorio e alla sua storia, muovendo dalla produzione e dal lavoro (stanza del contadino, stanza della transumanza, stanza delle ceramiche, stanza della pubblicità), passando per la casa e la donna (stanza della sposa, stanza della dote, stanza della tessitura), per la famiglia e i riti (stanza della cucina, stanza del parroco Don Cirillo, stanza della medicina), fino alla scuola e ai giochi (stanza della maestra, stanza delle bambole). ‹‹È un museo diffuso, che presenta oggetti e strumenti appartenenti alla cultura materiale della civiltà contadina e pastorale abruzzese e che testimoniano le stratificazioni sociali, le condizioni di vita e di lavoro del territorio. È un'immensa soffitta in cui tutti vorremmo entrare e curiosare, è un itinerario capace di fornire gli elementi essenziali per decifrare il presente e ricostruire il passato, perché permette di cogliere i cambiamenti o le permanenze e proporre ipotesi di sviluppo per il futuro›› chiosa ancora Angiolina.

Il messaggio? Inequivocabile: orgoglio autoctono, amore profondo per la propria terra, che Angiolina serba nel proprio cuore e che, generosa, esterna e vuole condividere con il visitatore, abruzzese e non. Il Museo registra, infatti, utenze da tutte le regioni del Belpaese ed anche dall’estero (la Giostra - Corso Umberto I, 26 - è visitabile tutti i giorni ad orario continuato; info e prenotazioni: 3402742081; 3402498154; angiolinabalduzzi@gmail.com).

Un ricco patrimonio museale questo, creato da Angiolina, “memoria viva”, con tante chicche, tra il vissuto quotidiano e le famiglie che hanno fatto la storia dal borgo antico all’oggi: sali sulla Giostra e, come d’incanto, respiri l’aria dei tuoi avi, rivedi i loro volti, senti le loro voci. Il cuore ti batte forte e le memorie più intime - sia permessa una notazione personale a chi scrive: qui ho ritrovato le mie radici, gli affetti più profondi, il calore delle famiglie dei miei genitori, Roberto Di Iorio e Maria Artese, e della gente di San Salvo, parenti e amici - si fondono con la Storia.  

Sì, con gli occhi lucidi di commozione - davvero difficile restare a ciglio asciutto -, sei irretito dalla memoria. Perché la memoria, per dirla con Gabriele D’Annunzio, è sacra nell’‹‹arcana terra d’Abruzzi››, sacra e così ricca di eredità futura…

Risultato, un album della memoria di inestimabile valore, da compulsare come un abaco di fenomeni, dalla sottile trama di ricordi e rievocazioni, in cui ritrovare la magia dell’Abruzzo, capace di trasmettere emozioni sui ritmi memoriali della sua storia millenaria. Ma, cari Sansalvesi, cari Abruzzesi, lo sa bene la vulcanica Angiolina che, parliamoci chiaro, continuerà a stupirci…

Laura Di Iorio

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