Dobbiamo salvare la famiglia se vogliamo avere un futuro

Ultima domenica di dicembre festa della Famiglia. Commento al vangelo

Don Gianluca Bracalante
29/12/2018
Attualità
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“I maestri veri non sono quelli che metteranno ulteriori lacci o regole alla mia vita, ma quelli che mi daranno ulteriori ali, che mi permetteranno di trasformare le mie ali, le cureranno, le allungheranno. La casa è il luogo del primo magistero, dove i figli imparano l'arte più importante, quella che li farà felici: l'arte di amare”

In un periodo storico in cui la famiglia è sempre più a rischio di credibilità la Chiesa ogni anno torna ad indicarci la Sacra Famiglia come modello per tutte le famiglie. Nella consapevolezza che non esistono famiglie perfette, neanche la famiglia di Gesù lo era e il Vangelo lo mostra, dobbiamo però salvare la famiglia se vogliamo avere un futuro. Oggi la famiglia vive tre grandi problematiche: il tempo del provvisorio, la decadenza culturale e il vuoto educativo.

La famiglia deve tornare ad essere il luogo in cui l’amore viene raccontato da una vita insieme che duri fino alla morte. In molte famiglie il tempo è scandito dal provvisorio, dal “fino a quando tutto va bene” o da genitori separati in casa e i figli sono sempre più  protagonisti della rottura dei legami con l’assenza di una figura genitoriale stabile e se i nostri giovani oggi sono “rotti”, fragili, annoiati e sballati è proprio perché cercano nei luoghi e nelle sostanze sbagliate ciò che colmi quel vuoto d’amore.

Nella famiglia di oggi assistiamo alla decadenza culturale: è assente il dialogo, il tramandare tradizioni vere che costruiscono il futuro guardando al passato. Ognuno ha una vita e orari a sé non ci si ritrova più a condividere il proprio vissuto. Secondo un sondaggio sociologico il tempo che una famiglia trascorre insieme in un giorno oscilla dai 15 ai 45 minuti e questo fa pensare.  

Nella famiglia di oggi osserviamo un vuoto educativo: per esempio nella mancanza di regole, la  responsabilità del taglio che dovrebbe venire dal genitore oggi viene dettato dai figli lasciati sempre più a decidere su tutto perché il genitore teme di non essere amato. Il vuoto educativo nel non educare i figli alla fragilità, alla sconfitta (i genitori spazzaneve) dunque il proprio figlio non sbaglia mai, è perfetto, deve superare gli altri dando il massimo ad ogni costo.  

Maria e Giuseppe nel Vangelo ci insegnano la fragilità di ogni famiglia perché Gesù si perde ma nonostante questo non rinunciano ad ascoltare “Figlio perché ci hai fatto questo?”  a non abbandonare il loro ruolo educativo “e stava loro sottomesso” e a custodire il mistero di essere genitori che è consegnare alla propria vocazione, sapendolo perdere, ogni figlio che non è mai una proprietà. Alla Sacra Famiglia chiediamo che la famiglia torni ad essere luogo educativo all’ascolto, all’amore e alla fede solo così potrà salvarsi.

“I genitori devono essere affidabili, non perfetti. I figli devono essere felici, non farci felici”

 

 

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