Intossicazione sul cantiere.Schiavi di Abruzzo (CH)

Francesco Bottone
30/06/2005
Territorio
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Non accennano a diminuire le polemiche sui lavori di pavimentazione del centro storico del piccolo centro del Vastese. La popolazione si lamentava per l'impiego di pietre bianche, mentre in precedenza si erano utilizzate quelle scure, fatto che ha prodotto uno sgradevole effetto cromatico e soprattutto per la mancata rimozione dello strato di materiale fissante, detto in gergo ''boiacca'', che ricopre ancora oggi la pavimentazione occultandola quasi completamente. Quel materiale serve appunto a fissare i sanpietrini, ma una volta applicato va rimosso in breve tempo. Non si capisce bene se per imperizia o negligenza degli operai, lo strato di boiacca non è stato prontamente rimosso e pare sia diventato ora estremamente difficile farlo. In seguito alle lamentele della popolazione e all'affissione di manifesti di protesta da parte di un gruppo di opposizione, nei giorni scorsi alcuni operai si erano decisi ad intervenire. Con l'impiego di ingenti quantità di sostanze chimiche, degli acidi solventi per cemento, gli addetti hanno cercato di eliminare quelle incrostazioni riportando alla luce la pietra viva della pavimentazione. Non solo l'operazione non ha sortito nessun effetto positivo, ma si è rivelata addirittura pericolosa. Subito dopo l'impiego di quegli acidi alcuni operai e qualche cittadino presente hanno accusato dei lievi malori. E' stata questa la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Alcuni cittadini si sono recati a protestare dal Geom. Cianci Giancarlo, progettista e direttore di quei lavori, che già in passato aveva ricevuto critiche per altre opere pubbliche realizzate in paese. Al momento le applicazioni di quelle sostanze irritanti sono state sospese. L'altro direttore dei lavori, l'Ing. Sigismondi Raffaele, ha dato assicurazione che lo strato di boiacca verrà eliminato, con altri mezzi quali la sabbiatura, che ovviamente saranno fatti a spese della ditta esecutrice, cioè senza aggravio per l'Amministrazione. Una questione dunque irrisolta, destinata a movimentare la pacata esistenza degli abitanti del piccolo centro montano.

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