''Il Centro attua la censura politica'', indignata denuncia di Pio Rapagnà

redazione
09/03/2008
Territorio
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''Il Centro d'Abruzzo, anche oggi, come accade in questi giorni ''decisivi'' per il destino e per il futuro politico delle stesse singole persone ''impegnate in politica'', ha censurato ogni e qualsiasi notizia ed informazione riguardante la mia iniziativa pacifica e non violenta sulla questione del ''metodo democratico'' utilizzato in Abruzzo per la formazione delle ''liste bloccate'', sulla scelta dei candidati, sulla presenza di capilista ''paracadutati'' sulla nostra Regione e la esclusione dalle loro liste delle migliori espressioni dei movimenti ed Associazioni operanti su tutto il territorio regionale''. Sono le parole di indignata denuncia di Pio Rapagnà, ex parlamentare radicale, contro il maggior organo di informazione abruzzese, colpevole, a suo avviso, di censurare alcune iniziative politiche. Continua il coriaceo esponente del mondo radicale abruzzese: ''Ho chiesto l'intervento del Presidente dell'Ordine dei Giornalisti Dott. Stefano Pallotta e delle Autorità di garanzia della corretta ed imparziale informazione. Mi rammarica principalmente il fatto di non essere a conoscenza dei motivi ''pubblici'' di un simile comportamento che, sul piano pratico impedisce ai cittadini abruzzesi lettori di questo quotidiano di essere puntualmente informati della mia iniziativa iniziativa ''ancora in atto'', prettamente legittima e democratica, nel mentre contestualmente mi è stato negato un possibile apporto di tanti elettori abruzzesi che, forse, avrebbero avuto il piacere di sostenerla e solidalizzare con tutti coloro che hanno sentito il dovere civico di esercitare appieno i propri diritti politici e di elettorato passivo ''per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale'' (art. 49 Costituzione). In tale ''delicata circostanza'', nel corso della quale si perviene alla scelta dei candidati ed alla formazione delle liste per la elezione in Abruzzo della propria e diretta rappresentanza parlamentare, intendo appellarmi a quanto stabilito dall'art. 21 della nostra Carta Costituzionale che, integrato da quanto previsto dal codice deontologico dei giornalisti e dalle leggi sulla libertà e diritto alla informazione, pensando anche al ''metodo democratico'' di formazione della ''Opinione pubblica'' recita: ''Tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazione o censure''. Denuncio ancora una volta, che la stessa forma di censura è stata messa in atto, senza alcun giustificato motivo, ai miei danni e del Comitato promotore, dal medesimo quotidiano in occasione della raccolta delle firme sui 4 referendum regionali abrogativi dei costi impropri e degli sprechi della politica in Abruzzo''.

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