Interrogazioni senza risposta, Di Paolo scrive al difensore civico

Francesco Bottone
07/04/2008
Territorio
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CASTELGUIDONE - ''Lo statuto comunale completamente disatteso per quanto riguarda l'obbligo del sindaco di rispondere, entro trenta giorni, alle interrogazioni presentate dai consiglieri''. E' stata questa constatazione che ha spinto il capogruppo dell'opposizione, Gabriele Di Paolo, a rivolgersi contestualmente al Prefetto della provincia di Chieti e alla figura del Difensore Civico Regionale, il dottor Antonio Nicola Sisti. Con la missiva inoltrata alle autorità competenti, il leader della minoranza del piccolo centro montano segnala, testualmente, ''Le mancate risposte alle interrogazioni inoltrate in forma scritta ai sensi dell'art. 20 dello Statuto Comunale, durante la seduta del Consiglio comunale del 28 dicembre 2007; il mancato accoglimento della richiesta di copia delle registrazioni contabili e dei relativi giustificativi contabili relativi all'esercizio 2006; il silenzio relativo alla richiesta per la collocazione di una bacheca utile ad informare i cittadini sull'andamento della vita amministrativa del Comune; il mancato inserimento all'ordine del giorno del Consiglio di una mozione presentata ai sensi dell'art. 22 dello Statuto Comunale''. L'interrogazione è uno strumento finalizzato ad acquisire informazioni o spiegazioni in merito ad un determinato fatto o a un comportamento assunto dagli amministratori. Lo statuto di Castelguidone prevede, al comma quattro dell'articolo 20, che il sindaco o gli assessore competenti per materia diano risposta scritta entro i trenta giorni dalla presentazione dell'istanza da parte dei consiglieri. Dal 28 dicembre 2007, data della presentazione di una delle interrogazioni da parte di Gabriele Di Paolo, sono trascorsi ben più di trenta giorni, ma nessuna risposta è arrivata dal primo cittadino. Pare insomma che il sindaco Mario Cicchillitti non intenda fornire alcun riscontro all'attività di controllo esercitata dall'opposizione, non solo in violazione dello statuto dell'ente che amministra, ma nemmeno in ossequio ai rapporti di cortesia formale che andrebbero comunque mantenuti tra maggioranza e minoranza. Un episodio che non è certamente isolato, visto che anche in altri centri dell'Alto Vastese i sindaci ignorano e calpestano le funzioni di controllo che pure la legge prevede per i consiglieri di minoranza. http://francescobottone.splinder.com/

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