I cinghiali divorano l'entroterra. Venosini scrive a Coletti e a Castelguidone si raccolgono firme

Francesco Bottone
04/06/2008
Territorio
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CELENZA SUL TRIGNO - Torna l'estate e puntualmente si ripropone il problema dei danni arrecati alle colture agricole dai voraci cinghiali. Gli ungulati, presenti nelle zone del Medio ed Alto Vastese in numero massiccio, devastano letteralmente i campi coltivati, producendo danni incalcolabili alle aziende agricole, e gettando nello sconforto chi magari cura piccoli fondi per raccogliere frutta, ortaggi, cereali e altri prodotti destinati al consumo in famiglia o all'integrazione del reddito. Una questione particolarmente sentita nell'Alto Vastese, in particolare nei territori che ricadono nei comuni di Celenza sul Trigno e Castelguidone, passando per San Giovanni Lipioni. Nell'area insiste infatti una 'zona cinofila', un vasto territorio entro il quale l'attività venatoria è preclusa. Proprio la presenza di questo 'polmone' dove le doppiette non possono entrare, favorisce l'insediarsi in zona di consistenti branchi di cinghiali, formati anche da diverse decine di capi. E' il noto fenomeno che nella letteratura di settore viene indicato come 'effetto spugna'. Pressati dalle continue lamentele della popolazione, gli amministratori locali stanno prendendo qualche iniziativa. Già nelle scorse settimane il sindaco di Celenza sul Trigno, Andrea Venosini, ha portato in Consiglio una lettera di sollecito, indirizzata al presidente della Provincia e all'assessore competente Tamburrino, e per conoscenza alla dirigenza dell'Ambito territoriale di caccia del Vastese, proprio per sensibilizzare le istituzioni verso quello che per i residenti nelle zone montane rappresenta davvero un grosso problema. Il primo cittadino ha proposto di lanciare, sul territorio, una sorta di progetto pilota, una sperimentazione di gestione razionale della popolazione dei cinghiali, senza arrivare a grossolane ed eticamente inaccetabili campagne di eradicazione della specie. Ai classici piani di abbattimento selezionato, operati da personale specializzato, andrebbero affincate, nelle intenzioni di Venosini, altre forme di contrasto al proliferare incontrollato del vorace ungulato. Dissuasori acustici, recinzioni elettrificate, colture a perdere, solo per fare qualche esempio, potrebbero essere le armi vincenti. Tutti strumenti di cui, ovviamente, dovrebbe farsi carico, dal punto di vista economico, la Provincia o la Regione o 'l'inutile' Comunità montana. Parallelamente dovrebbero essere snellite e velocizzate le procedure per i rimborsi dei danni. Sulla stessa lunghezza d'onda intende muoversi l'amministrazione di Castelguidone. Proprio nella giornata di ieri è stata lanciata in paese una petizione. Le firme raccolte 'per rendere più efficace la protesta', come recita il volantino che pubblicizza l'iniziativa, saranno successivamente fatte recapitare al presidente Coletti, nella speranza che l'ente provinciale prenda finalmente in considerazione il problema. Castelguidone ha ospitato, negli anni scorsi, un convegno su queste tematiche, al quale presero parte anche l'assessore Tamburrino e altri esponenti politici di zona. Da allora, tuttavia, nulla è stato fatto e i cinghiali sono ancora i padroni incontrastati dell'Alto Vastese. http://francescobottone.splinder.com/

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