AGNONE - Mentre in regione si discute del nuovo Piano sanitario regionale che avrà valenza triennale, il vescovo di Trivento, monsignor Domenico Angelo Scotti, preoccupato delle insistenti voci in merito ad un ridimensionamento del San Francesco Carcciolo, in questi giorni ha chiamato il sindaco di Agnone, Gelsomino De Vita per capire meglio cosa realemente ''bolle in pentola''. Lo sostiene in una missiva indirizzata agli organi di stampa il direttore della Pastorale sanitaria della diocesi, don Francesco Martino. ''Si comunica ufficialmente che nei giorni scorsi Sua Eeccellenza Reverendissima Monsignor Domenico Scotti, seriamente preoccupato per le sorti dell'Ospedale San Francesco Caracciolo, ha telefonato al Sindaco di Agnone, Dott. Gelsomino De Vita - recita il documento - avendo da questi ampie e totali rassicurazioni sulla salvezza del Presidio Ospedaliero nella modalità di 80 posti letto previsti nell'ex maxiemendamento. Di conseguenza la Chiesa locale, che attraverso la Caritas Diocesana e questo Ufficio aveva ipotizzato alcune forme di sensibilizzazione ulteriore al problema, rimangono in attesa degli eventi''. Ma don Francesco Martino va oltre e nel suo scritto, alla vigilia dell'approvazione del Psr, spiega come la regione Lazio ''ha predisposto ultimamente una delibera speciale di Giunta per la salvezza ed il mantenimento in modalità funzionali e congrue di tre presidi ospedalieri di Comunità Montane, in base alle leggi nazionale e regionale sulla montagna, che può costituire un buon precedente, e sulla quale sappiamo che i nostri rappresentanti e l'assessore Franco Giorgio Marinelli stanno lavorando''. Infine, il prelato torna sulla proposta fatta dalla Diocesi in merito ad un allargamento del distretto che dovrebbe incorporare Trivento e l'intera area. ''Si capisce, comunque, la sofferenza e la difficoltà degli operatori, che, non avendo ancora garanzie sul futuro, vorrebbero trasferirsi: per quanto ci riguarda - conclude il direttore della pastorale sanitaria - invitiamo ad avere calma e speranza, chiedendo però ai nostri rappresentanti delle amministrazioni locali una capacità progettuale più ampia, se il Caracciolo sarà salvato, che non si limiti all'emergenza ma guardi al ''dopo di noi'', cioè il futuro, sia a livello sanitario che sociale che economico, altrimenti la morte verrà solo ritardata: in questo senso invitiamo tutte le Amministrazioni ad essere chiare sulla nostra proposta di Distretto Montano Agnone - Trivento, o con un bel ''no'', o con un bel ''sì'', e a lavorare in tal senso oppure ad archiviare la proposta, assumendosi ciascuno le proprie responsabilità''. http://www.francescobottone.splinder.com/