Insegnante discriminata perché incinta, la solidarietà di Rifondazione comunista

Francesco Bottone
26/06/2008
Territorio
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TORREBRUNA - Il caso dell'insegnate precaria alla quale, poich‚ incinta, è stato 'consigliato', dall'applicata di segreteria di un istituto scolastico della provincia, di cambiare scuola per non creare disagi, sta animando un certo dibattito. Sulla questione interviene il circolo di Rifondazione comunista di Torrebruna, per bocca di Luigi D'Ettorre. ''Siamo assolutamente solidali con l'insegnante che ha dovuto subire una tale vessazione. Grida vendetta il fatto che molte forze politiche, a destra e a sinistra, straparlino di valori e famiglia e poi, da un lato non modificano in meglio la loro condizione una volta al governo, dall'altro continuano la loro opera di cancellazione totale o parziale di quel reticolato di diritti e tutele che rappresentava il famoso 'welfare state' italiano''. Sono le stesse forze politiche che, anche qui in regione, ''si riempiono la bocca di parole e concetti quali 'valori' e 'famiglia''', continua D'Ettorre, che poi però ''non sono disposte ad attuare politiche che ridiano centralità o comunque un ruolo importante alla famiglia nella società''. Secondo il circolo di Rifondazione di Torrebruna occorre fornire ''nuova dignità al lavoro, soprattutto a quello della donna, da anni in sofferenza e umiliato da legislatori che hanno assunto il Pil come nuovo dogma al servizio del dio mercato. Oggi l'impresa, pubblica e privata, ma anche purtroppo settori della pubblica amministrazione, appunto il caso dell'insegnante del Vastese, assume nella stragrande maggioranza dei casi facendo ricorso a contratti precari, a tempo determinato. Questo divide il fronte del lavoro, con lavoratori 'garantiti' e 'non'. La precarietà ha eroso diritti e tutele tant'è vero che in molte tipologie contrattuali non è assolutamente prevista la possibilità di avere a disposizione giornate di ferie, malattie o permessi oppure, e questo credo sia il caso dell'insegnate e di tantissimi altri lavoratori, anche quando questo pacchetto minimo di diritti è presente il lavoratore Š nella condizione di non potervi godere appieno perch‚ è sempre presente la minaccia della mancanza del rinnovo contrattuale''. Centra in pieno il problema, dunque, il circolo di Rifondazione, che è appunto la tutela dei diritti, non solo enunciati e sbandierati, ma garantiti nella quotidianità. Il caso dell'insegnante del Vastese non è certamente isolato. Pressioni e inviti più o meno decisi a trasferirsi altrove, in un'altra scuola, in vista di un'astensione per maternità, sono all'ordine del giorno, basta parlare con il personale docente o con chiunque abbia a che fare con il mondo della scuola per averne conferma. La metrnità è un problema, un fastidio per le scuole. Il problema vero, invece, è che nonostante tutti sappiano, nessuno faccia nulla per eliminare alla radice queste discriminazioni, sindacati compresi. Qualcuno, inoltre, dovrebbe spiegare all'applicata di segreteria che se quella insegnante precaria non avesse la possibilità di godere del diritto all'astensione per maternità, quella piccola scuola di provincia, in breve, non avrebbe più motivo di esistere, semplicemente perché non ci sarebbero più alunni. Un concetto abbastanza intuibile, ma probabilmente quella stessa applicata risponderebbe che ''così almeno la scuola risparmierebbe un sacco di soldi''. http://francescobottone.splinder.com/

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