Pilkington, Marcovecchio: "Tutto quello che può essere fatto per mitigare il contagio è stato messo in atto"

Graziano Marcovecchio
17/03/2020
Attualità
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Nella giornata odierna la Pilkington di San Salvo e le sue controllate hanno terminato il raccordo tra le norme previste dal Protocollo condiviso del 14 marzo e le procedure già operative nelle ultime settimane. Alla piccola soddisfazione di aver constatato che tante disposizioni erano in atto prima ancora di queste pubblicazioni, è seguito il completamento degli ultimi dettagli che ci consentono di essere oggi in linea con tutti i punti richiesti dalle norme pubblicate.
Tutto quello che può essere fatto per mitigare il contagio è stato messo in atto, e non ci fermeremo mai a continuare ad aggiungere altre misure di prevenzione che andranno ad integrare le norme vigenti.

Vorremmo dare a tutti qualsiasi tipo di DPI esistente al mondo, ma con le grandi difficoltà di approvvigionamento che si possono facilmente intuire, rispetteremo le disposizioni di protezione individuale per posizioni di lavoro sotto il metro, pensando che fino a quando saranno necessarie e riservate a coloro che stanno combattendo questa guerra al Fronte, e cioè a tutto questo meraviglioso Esercito della nostra Sanità, noi chiederemo ai nostri, che pure sono “militari al fronte “ a difesa del Lavoro, di fare del comportamento personale a distanza la migliore forma di prevenzione personale.

Tra i punti nuovi del protocollo sono stati introdotti i sistemi di rilevazione della temperatura all’ingresso degli stabilimenti, che vuol essere un sostegno sanitario non solo per la salute dei nostri lavoratori, ma anche per le intere nostre Comunità, il tutto raccordato con le attività dei nostri medici e infermieri di fabbrica, che sono al servizio dei lavoratori, come sempre, 24 ore su 24.
Nello stabilimento abbiamo contingentato e ridotto tutto quello che si poteva fare; sapere che nella fascia più alta di forza lavoro giornaliera, saremo a non più di un terzo delle persone presenti in azienda, ci fa capire che i nostri sforzi sono tesi al massimo per ridurre le attività in sede.
Purtroppo, proprio mentre scrivo questo messaggio, continuano ad arrivare le comunicazioni dei nostri Clienti da tutta Europa che annunciano fermate di stabilimenti, sempre più rilevanti sia nel numero che soprattutto nella durata, in alcuni casi indefinita, in altri significativamente lunga.

Ci attendono periodo difficili e pertanto tutti questi sforzi messi in atto, vogliono guardare a difendere quello che resta del presente e soprattutto a salvaguardare il nostro futuro, pur se difficile e oggi sempre più incerto.
Se saremo chiamati a fermarci, ovviamente lo faremo, e forse, purtroppo, ci toccherà farlo anche a lungo: se così non sarà, e me lo auguro ogni giorno che il buon Dio ci regala, dovremo abituarci a lavorare in maniera diversa, a vivere in maniera diversa, non solo fino al 25 di marzo, ma per tanto tempo in più.
Anche per questo, e nel nell’avere in mente un recondito e magari presuntuoso obiettivo, vorremmo fare di tutto per sentirci più protetti in fabbrica che fuori; ed a proposito delle 16 ore vissute prima e dopo il luogo di lavoro, invito tutti ad applicare le restrizioni che ciascuno di noi è tenuto ad osservare. Tutto quello che abbiamo fatto, facciamo e faremo anche in fabbrica e negli uffici, svanirà di colpo se penseremo che una passeggiata in più, fatta in momenti come questi, possa essere messa in testa alla lista delle priorità delle “comprovate necessità”, che forse meriterebbe invece, e molto di più, il lavoro in sicurezza.
A fine riunione di oggi con tutte le RSU aziendali, non poteva mancare, come da nostra tradizione un ultimo momento dedicato alla solidarietà.

Nei giorni scorsi ho interloquito con il Direttore della Asl di Chieti-Lanciano-Vasto e con qualche “medico di frontiera’’ per pensare a qualcosa di significativo ed importante che potesse cogliere segnali di speranza per il nostro presidio ospedaliero di Vasto, oggi ancor più vera “Caserma” sanitaria di noi cittadini e riferimento per tutte le nostre Comunità di appartenenza. Pensavo di annunciare una donazione a nome del Gruppo NSG, attraverso i fondi aziendali della conciliazione vita-lavoro, per l’acquisto di una completa stazione di terapia intensiva.
Immediatamente la RSU intera, e senza avere necessità di alcuna discussione, lanciava, come sempre, una raccolta, in tutti i reparti e uffici dei nostri stabilimenti, al fine di reperire un contributo da ciascuno di noi per poter provvedere alla installazione di una seconda unità medica intensiva.
Nel frattempo, altri attori del territorio, mi annunciavano di voler fare anch’essi qualcosa, e sono in contatto con loro per avere la conferma di poter aggiungere almeno un terzo impianto completo.

Siamo pronti a prenderci volentieri l’incombenza, davvero gratificante, di ricevere altre adesioni, soprattutto per coordinare gli acquisti e provare a fare presto. Il Direttore Thomas Schael mi ringraziava chiedendomi di utilizzare i nostri network globali, tipici di una multinazionale, usando canali di approvvigionamento difficilmente ‘’navigabili’’ anche dalle stesse strutture sanitarie. Allo stesso tempo, il direttore mi rassicurava nel dirmi che questi aiuti sono importanti anche con realizzazioni non immediate, stante questa lunga strada di emergenza sanitaria ancora da percorrere, al fine di vedere il nostro ospedale di Vasto sempre pronto ad avere più soluzioni per salvare anche e solamente una vita umana, non solo oggi ma anche per il futuro.
Ho sentito nei giorni scorsi qualcuno parlare di ‘’gregge’’ e di particolari regole di ‘’conservazione della specie’’. Noi vogliamo provare invece ad essere una Comunità che Lavora per conservare il Lavoro, che allo stesso tempo vive in un mondo dove la specie la si protegge cominciando proprio dalle persone più deboli, dai nostri malati, dai diversamente abili, dai nostri padri e i nostri nonni, da chi soffre ed ha maggiori difficoltà, a difesa della VITA come principio INDISCUTIBILE, la VITA DI TUTTO IL GREGGE.

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