I numeri dicono che sono i soggetti più vulnerabili dell’epidemia, anche perché sono le case di riposo il punto più debole dell’attuale catena del contagio. Ma dicono anche che la perdita di un anziano, in famiglia, può voler dire perdere una entrata certa: ed è per questo, anche, che occorre rivedere i parametri per l’erogazione delle pensioni minime. «Gli anziani – spiega il presidente regionale di CNA Pensionati, Franco Cambi - rappresentano i soggetti più vulnerabili all’infezione del corona virus CVID-19: gli over settanta sono il target più colpito dal virus. La maggior parte di queste persone presentano malattie croniche concomitanti di natura polmonare, cardiovascolare, oncologica e diabetologica, le cui terapie prolungate possono provocare l’indebolimento del sistema immunitario». Un problema aggravato dai dati che l’epidemia propone anche in Abruzzo come nel resto d’Italia: «Purtroppo - aggiunge Cambi - si stanno contando numerosi infetti e decessi nelle case di riposo: sono sempre di più quelle investite dal contagio e c’è allarme per gli oltre 300mila nonni ospitati nelle circa settemila strutture italiane, anche se gli studi confermano che la concentrazione avviene nelle tre regioni più colpite, ovvero Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna». Un dramma nel dramma, quello delle case di riposo, aggravato dalla condizione della rete ospedaliera: «A questa situazione si aggiunge la mancanza dei posti nelle terapie intensive degli ospedali; e così si consuma il dramma di morire nella più completa solitudine, senza un ultimo sguardo, una carezza da parte di una persona cara».
Al dramma della salute rischia però di associarsi una gravissima condizione sociale ed economica che investe le famiglie: «Questa pandemia - osserva Concetta La Sorda, segretario di CNA Pensionati Abruzzo - sarà ricordata non solo per i suoi morti ma anche per l’apporto di una pesante depressione che investirà tutte le economie: Italiana, Europea e Mondiale Come è già successo per le gravi crisi economiche del recente passato gli anziani dovranno supportare con le loro pensioni ai bisogni economici delle famiglie. In molte case la presenza di un nonno, non rappresenta solo una ricchezza affettiva, ma si rivela spesso come unica fonte di introito economico a fine mese». L’analisi di CNA Pensionati Abruzzo si conclude con un appello: «Occorre attivarsi a livello nazionale affinché si crei un sostegno concreto alle situazioni di povertà, in modo da avere una condizione di vita più dignitosa: per questo serve una pressione verso il governo per una rivalutazione delle pensioni almeno fino a quota 1.500 euro mensili».