SAN SALVO - ''Senza informazione non è possibile richiedere e svolgere alcun referendum''. E' l'accorato appello, che è anche una denuncia, di Pio Rapagnà, ex parlamentare radicale, impegnato in una 'crociata' contro gli sprechi della politica in Abruzzo. Una battaglia che ovviamente sta incontrando diversi intoppi e rallentamenti, per una sorta di 'censura' da parte di alcuni organi di informazione contigui, per cos dire, alla 'casta' politica. Rapagnà ha lanciato l'idea di un referendum per abrogare alcuni dei privilegi dei politici. ''La situazione della raccolta delle firme è proibitiva. - dichiara Rapagnà - Il comitato promotore chiede una maggiore informazione sui contenuti dei cinque referendum regionali a cominciare dalle modalità e dai luoghi dove i cittadini possono recarsi a firmare. L'iniziativa referendaria avviata il 9 luglio scorso, non sta ricevendo il giusto rilievo e la necessaria informazione. Nessun articolo di stampa, programma televisivo o intervista di approfondimento dei quesiti referendari e della proposta di legge di iniziativa popolare per la riduzione dei costi e degli sprechi della politica in Abruzzo e per la riforma degli enti strumentali, società partecipate e controllate della regione. Se questa informazione non ci sarà, i promotori dei referendum attueranno nel corso della settimana una 'iniziativa non violenta' dando inizio ad uno 'sciopero della fame' per ottenere questa maggiore e più approfondita informazione''. Tra le proposte di Rapagnà, la riduzione del 50 per cento delle indennità e dei compensi aggiuntivi, diaria e rimborsi, dei consiglieri e assessori regionali; l'abolizione dell'assegno vitalizio per i consiglieri regionali cessati dal mandato; la cancellazione di nomine, incarichi e consulenze conferiti dal Consiglio e dalla Giunta regionale; lo scioglimento e la riorganizzazione degli innumerevoli enti strumentali della Regione e dei rispettivi organi di vertice e indennità. Secondo il comitato referendario il risparmio di denaro pubblico sarà di oltre 200 milioni di euro ogni anno. ''Si può firmare, - aggiunge Pio Rapagnà - recandosi muniti di un documento di riconoscimento, negli orari prestabiliti, presso i seguenti uffici pubblici: ufficio del sindaco e del segretario comunale del municipio di residenza; ufficio anagrafe ed elettorale del proprio comune; ufficio del giudice di pace della propria città; ufficio dei cancellieri del tribunale della propria provincia e delle sezioni distaccate della propria zona; uffici degli studi notarili e dei singoli notai su tutto il territorio regionale''. Vale la pena ricordare che possono raccogliere e autenticare le firme anche sindaci, assessori e consiglieri comunali, questi ultimi devono preventivamente comunicare per iscritto al sindaco la propria 'disponibilità' alla raccolta ed 'autentica' delle firme. Il comitato invita i cittadini abruzzesi a firmare subito ''per dare un segnale forte alla 'casta' politica, per ridurre i costi e gli sprechi della politica e riformare gli enti strumentali''. http://francescobottone.splinder.com/