Del resto lei sosteneva vi fosse una correlazione tra una classe e un’orchestra. “Ogni studente suona il suo strumento, non c’è niente da fare. La cosa difficile è conoscere bene i nostri musicisti e trovare l’armonia. Una buona classe non è un reggimento che marcia al passo, è un’orchestra che prova la stessa sinfonia. E se hai ereditato il piccolo triangolo che sa fare solo tin tin, o lo scacciapensieri che fa soltanto bloing bloing, la cosa importante è che lo facciano al momento giusto, il meglio possibile, che diventino un ottimo triangolo, un impeccabile scacciapensieri, e che siano fieri della qualità che il loro contributo conferisce all’insieme. Siccome il piacere dell’armonia li fa progredire tutti, alla fine anche il piccolo triangolo conoscerà la musica, forse non in maniera brillante come il primo violino, ma conoscerà la stessa musica.” Fece una smorfia fatalista: “Il problema è che vogliono farci credere che nel mondo contino solo i primi violini”.
Diario di scuola, Daniel Pennac
Un nuovo anno scolastico è appena iniziato. Mai come quest’anno la scuola ha suscitato emozioni tanto forti e contrastanti: negli studenti la voglia di ritrovarsi ed abbracciarsi anche solo con lo sguardo, riscoprire intese spezzate bruscamente in una primavera osservata dietro i vetri di casa. Tornare a vivere quel luogo, la classe, in cui si alimenta il desiderio di sapere insieme a quello di essere al mondo, gli uno accanto agli altri. Per gli insegnanti non sarà semplice conciliare il rispetto di rigide seppur necessarie norme di sicurezza con la predisposizione all’ ascolto e quindi alla vicinanza, se non fisica, sicuramente umana agli studenti.
Dal canto nostro desideriamo fortemente che la scuola, come la famiglia e la società tutta, torni ad essere quel luogo dove ognuno faccia sentire la sua voce e dia il suo contributo, proprio come nell’ orchestra di Pennac.
Non sarà semplice, lo sappiamo tutti, ma non possiamo fare a meno di cercare la strada per una “nuova” armonia.
Buon cammino!