L'Abruzzo da scoprire: le capanne a Tholos

02/10/2020
Attualità
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Quello delle capanne e dei complessi pastorali in pietra a secco in Abruzzo è uno straordinario universo di architettura spontanea.

E' un mondo sconosciuto ai più, legato alla vita dell’uomo sulla montagna e alla pastorizia.

Dai “maceri”, cumuli di massi generati dall’azione millenaria, meticolosa e quasi ossessiva di spietramento dei campi da parte delle comunità locali, nacquero, per mano di operosi contadini e pastori transumanti, muri a secco per recingere minuscole proprietà ed arcaiche architetture a tholos, a volte chiaramente ispirate alle note costruzioni pugliesi.

Le pietre venivano utilizzate anche per racchiudere e proteggere, con rispetto quasi religioso, le preziose acque sorgive. Così, da ostacolo, la pietra divenne compagna, strumento, riparo, espressione di civiltà.

La media montagna abruzzese è disseminata di queste strutture. Sulla sola Maiella è concentrato il maggior numero di capanne di pietra, con densità maggiore nei comuni di Abbateggio (Valle Giumentina, con uno dei più grandi tholos di tutta la Maiella) Roccamorice (Valle Onofrio, Fosso Capanna e Colle della Civita) e Lettomanoppello.

Altre località in cui è possibile facilmente rinvenire costruzioni di questa tipologia sono Decontra a Caramanico, La Valletta - Passolanciano tra Pretoro e Pennapiedimonte, Colle Malvarano e Passo S. Leonardo a Pacentro, Monte Manicola e Colle del Vescovo a L’Aquila, Montagna dei Fiori tra Civitella del Tronto e Valle Castellana.

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