Navelli (AQ) sorge su un colle a circa 30 chilometri dal capoluogo aquilano, in un’area di altopiani interni abruzzesi di bassa quota che recano il suo nome.
Perché visitarlo: arrivare a Navelli vuol dire rimanere incantati dalla delicatezza graziosa del suo borgo antico. Qui le case sono ancora costruite in pietra grigia e si affacciano su stradine strette, tortuose, con gradini scavati direttamente nella roccia. Da sempre, però, Navelli è famosa per un prodotto che è diventato, nel tempo, simbolo del suo territorio: lo zafferano. Questa rara e preziosissima spezia, che un tempo era usata in medicina e nella cosmesi, è stata il cuore della sua economia. Anche oggi è di grande importanza, non solo per il suo commercio, ma per la bellezza del periodo della fioritura, che attira ogni anno tantissimi turisti: a ottobre i fiori vengono raccolti all’alba e lavorati ancora a mano con gesti che si ripetono immutati da sempre. Bellezza, tradizione e sapore, l’essenza di Navelli ha il colore rosso intenso dello zafferano.
Cosa vedere:
- palazzo Santucci sorto sulle rovine dell’antica Fortezza medioevale;
- chiesa parrocchiale di San Sebastiano in stile romanico abruzzese, costruita sui resti della primitiva chiesa di San Pelino;
- porta Castello dove inizia la parte più antica del borgo;
- palazzo Onofri, costruito nel 1498;
- porta Villotta;
- palazzo Cappa che fa bella mostra di sé con la cappella San Pasquale;
- porta Santa Maria costruita nel 1475;
- porta San Pelino;
- chiesa del Suffragio;
- palazzo Piccioli;
- palazzo Mancini-Marchi-Piccioli con la cappella San Gennaro;
- palazzo De Roccis caratterizzato da bellissimi pavimenti a mosaico;
- chiesa del Rosario del '700;
- chiesa di Santa Maria in Cerulis (XI secolo), la più antica di Navelli, situata fuori dal centro abitato;
- due chiese campestri di Santa Maria delle Grazie e Madonna del Campo;
- monastero di Sant’Antonio, nella frazione di Civitaretenga, con l’annessa chiesa rinascimentale, la torre quadra medievale, la chiesa di Sant’Egidio e il piccolo ghetto che ospitò gli ebrei dal XIII secolo fin verso il 1510.
Cosa mangiare: zafferano e ceci sono gli ingredienti base della cucina del territorio di Navelli. Occorre ricordare anche l’olio d’oliva, uno dei pochi extravergini della zona. Da non perdere, tra i primi piatti, gnocchetti e ceci, sagnette e ceci, risotto allo zafferano e, tra i secondi, le costatine d’agnello allo zafferano. Sono assolutamente da citare le mandorle che costituiscono il principale ingrediente per ottimi dolci come i "cauciunitti" e i "nocci interrati" (mandorle con lo zucchero). E, per concludere, un buon liquore allo zafferano.
Fa parte de: I borghi più belli d’Italia