Caccia al cinghiale, regolamento non più rinviabile. D'Amico sollecita Tamburrino

Francesco Bottone
13/11/2008
Territorio
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CUPELLO - E' ancora Camillo D'Amico, capogruppo del Pd in Consiglio provinciale, ad invocare l'approvazione di un regolamento per il prelievo venatorio del cinghiale. Con una lettera indirizzata all'assessore provinciale competente Tamburrino e al Presidente della commissione Agricoltura, Caccia e Pesca della Provincia, D'Amico spiega: ''Dopo l'infruttuosa riunione della consulta provinciale della caccia, ove si doveva cercare di trovare una sintesi tra una serie di proposte emendative, da parte delle associazioni venatorie e degli Ambiti territoriali di caccia, sulla proposta di regolamento di prelievo alla specie cinghiale presentata ufficialmente in commissione lo scorso 16 Ottobre, ritengo sia necessario e non pi rinviabile che la discussione torni, senza pi ripensamenti né tentennamenti, in capo all'organo deliberante. In questa sede, non altrove, perch‚ normativamente deputata a tale scopo si potranno proporre suggerimenti migliorativi del testo in esame. Abbiamo tutti espresso il vivo interesse a redigere un testo condiviso e partecipato con le associazioni venatorie, ambientaliste, agricole e gli Atc, ma è ora che diamo un segnale concreto nell'agire affinché il testo arrivi il pi— presto possibile in aula per la discussione ed approvazione finale che, mi auguro, sia all'unanimità oppure a larghissima maggioranza''. ''Sono ormai tre lunghi anni che si discute sui media della necessità di regolamentare la caccia al cinghiale. - continua il capogruppo del Pd che è anche presidente della Copagri - I cittadini e gli agricoltori, in particolare, sono esasperati per i danni subiti, per i continui e costanti pericoli si elevano anche alla loro stessa incolumità fisica; non ci possiamo più permettere di perdere ulteriore tempo subendo passivamente meline strumentali da parte di chi, nei fatti, non vuole trovare una soluzione visto che, in tutto questo tempo, né le associazioni venatorie, né gli Atc si sono dati una autoregolamentazione come avrebbero potuto e tante volte annunciato. Attualmente, al di là dell'incontrollato abbattimento, non si è nella condizione di avere un dato chiaro sul numero dei capi uccisi annualmente, sullo stato sanitario degli stessi, non si conosce quale consumo commestibile finale ci sia e con quali ricavi. L'approvazione del regolamento non vuole essere contro l'esercizio della sportiva passione venatoria, tutt'altro, sarà un modo per normare meglio il tutto tutelando anche i tanti che amano cacciare altri tipi di selvaggina e, con la parallela discussione del redigendo nuovo Piano Faunistico provinciale, metteremo assieme due strumenti di pianificazione che riporteranno la popolazione di questi ungulati a livelli numerici fisiologici e tollerabili con l'ecosistema locale''. http://francescobottone.splinder.com/

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