Caccia al cinghiale: contro l'introduzione dei distretti i cacciatori scioglieranno le squadre

Francesco Bottone
19/02/2009
Territorio
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''LA GUERRA ha inizio, le nostre dichiarazioni pacifiche non sono state mai prese in considerazione. Per tutta risposta hanno approvato il disciplinare senza nemmeno aspettare il documento che ci avevano richiesto. Parole dure, quelle di Angelo Pessolano, presidente provinciale dell'Arci-Caccia, a commento del blitz con il quale la Provincia ha varato il disciplinare per la caccia al cinghiale. ''L'assessore Tamburrino e il capogruppo D'Amico hanno fatto approvare il documento, - continua Pessolano - e sarà la loro condanna politica. Infatti partiranno subito tutte le azioni utili per far conoscere al mondo venatorio chi sono i veri nemici, chi ha deciso, pur contro il volere delle associazioni venatorie, di approvare l'istituzione dei distretti''. Questa è la novità maggiore introdotta dall'amministrazione Coletti: in pratica il territorio della provincia sarà diviso in distretti e ciascuno di essi sarà assegnato in gestione ad una quadra di cacciatori. Solo in quel preciso distretto, quella determinata squadra potrà praticare la caccia al cinghiale. Al colpo di mano di Tamburrino e D'Amico i cacciatori minacciano di rispondere con un gesto eclatante, lo scioglimento immediato delle squadre di 'cinghialai', con la contestuale proclamazione di uno 'sciopero della caccia al cinghiale'. ''Sarà questa l'arma che decreterà la sfortuna politica del centrosinistra, - continua Pessolano - dato che i cinghiali non abbattuti saranno liberi di proliferare e arrecare danni sostanziosi al mondo agricolo, il quale finalmente si renderà conto che la distrettualità non risolve in alcun modo il problema. L'approvazione del disciplinare in mancanza del Piano faunistico venatorio è illegittimo e perciò chiediamo agli Atc di proporre urgente ricorso al Tar per sospendere immediatamente e annullare lo stesso disciplinare''. Proprio sulla questione del piano faunistico e del disciplinare sul cinghiale la Provincia ha convocato, per giovedì prossimo, la Commissione agricoltura. Seduta prontamente annullata dopo le decisioni assunte nel corso dell'ultimo Consiglio. Decisioni, ma sarebbe meglio definirle diktat. ''La concertazione - riprende infatti Pessolano - non è il loro modo di fare politica. A noi cacciatori non resta che prendere atto di questa volontà politica e prendere le giuste decisioni in vista delle prossime elezioni provinciali, per schierarci finalmente con coloro i quali si faranno carico dei nostri problemi, indicando ai nostri soci e familiari i giusti referenti politici deputati a rappresentarci, perché chi sbaglia deve pagare''. Insomma, all'imposizione di un discplinare che i cacciatori non vogliono, si risponderà con la negazione del voto al centrosinistra. E questa 'minaccia' acquista ancor più valenza visto che proviene dalla sigla venatoria, l'Arci-Caccia, più vicina a quell'area politica. http://francescobottone.splinder.com/

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