La vecchia realtà contadina sansalvese non conosceva la parola "Ferie", né poteva essere diversamente data la vita scarsa e retriva praticata a stretto contatto con la terra.
Il lavoro duro dei nostri contadini era scandito per lo più dall'alternarsi delle stagioni, che per il tipo di colture praticate imponevano loro la tempistica dei lavori che prevedeva un lungo intervallo invernale di inattività. Questo serviva per lo più ai preparativi dei futuri lavori primaverili e soprattutto per la produzione in proprio dei salumi e del vino.
Ma, le prime visioni gaie di colonne di vacanzieri estivi che cominciavano ad intasare le strade ed autostrade del boom economico degli anni 1960, avevano acceso anche in loro il desiderio di poter partecipare a porzioni di vacanze omologate. Ancor più evidenziate dalle maestranze locali alle dipendenze della ormai consolidata realtà del polo industriale di San Salvo degli anni '60 e '70 del secolo scorso, che usufruivano di periodi considerevoli di ferie. Per cui, cominciarono anch'essi di prevedere nella propria attività agricola, alcuni brevi interruzioni estivi che prima di allora si concedevano solo raramente; come, ad esempio, le escursioni al mare che facevano coincidere con alcune domeniche, od altre ricorrenze del tipo quella di "Sanda Mare' "(Ferragosto), considerata quasi un rito da espletare durante l'intera giornata.
Ma, per farlo bene, occorreva organizzarsi in tempo, pensando alla preparazione di un buon vettovagliamento, ritrovare belle lenzuola bianche da fissare, per l'ombreggio, alle stanghe dei traini "sciarabballe", unitamente alla tovaglia in tela variopinta ove poter desinare.
Bisognava, altresì, rivedere i costumi da bagno che per gli uomini erano di più facile soluzione, mentre le cose si complicavano molto per le donne, in quanto meno parti del corpo si scoprivano e meglio era, con il risultato di vedere la quasi totalità di esse, indossare belle sottane da usare anche per la balneazione, con qualche risultato poco edificante.
Si doveva pensare, altresì, ai cavalli, asini o muli che dovevano essere ben curati e refrigerati, perché rappresentavano la vera ricchezza per la casa, i veri trattori dei lavori e dei trasporti, compreso quello festoso del mare.
In quegli anni a San Salvo esistevano due spiagge, l'una denominata "La ve' di Nasce", più o meno l'area dell'attuale "Biotopo" e l'altra nell'ampio spazio, non eroso d'allora, a sinistra dell'attuale porticciolo turistico.
La spiaggia di "La ve' di Nasce" era quella frequentata dai cafoni, intesi come lavoratori e lavoratrici tenaci e già arsi dal sole, capaci di superare le innumerevoli avversità della vita, mentre l'altra era preferita dai signori, quali: insegnanti, impiegati, professionisti, proprietari benestanti e similari.
Mi scorrono altre immagini, ma per non tediarvi, ammesso che non l'abbia già fatto, mi fermo qui.