Un vigile urbano di San Salvo, verso la fine degli anni 1970, fu chiamato a risolvere un ingorgo al traffico, immediatamente prima della curva a gomito del monumento ai caduti, quando il transito era ancora consentito, secondo il percorso della ex Statale 16 verso Montenero.
Il blocco era dovuto ad un camion e rimorchio fermo sulla sua destra, il cui autista era sceso per capire meglio come affrontare quella difficile curva o se c'era modo di evitarla, quando il vigile, proveniente dalla zona del "bar centrale" prospiciente la curva, già pronto con il blocco delle multe, gli va incontro rivolgendogli d'autorità il seguente invito:
"Da esse a' dà Trusciulujie' "
L' autista naturalmente distante dal linguaggio dialettale nostrano rispose di non aver compreso, cercando di esporre il suo problema. Ma il vigile preso dalla foga di risolvere l'intoppo, anzi vedendo che si ampliava, gli ripropose l'invito indicandogli il blocchetto delle multe.
A sua volta, l'esterrefatto autista cercava di ribadire le sue ragioni, ripetendo di non aver compreso.
Il vigile che non era di animo cattivo, in forma bonaria gli replicava così:
"E tratanghete! Ti' so' dette ca' dà
esse a' dà trusciulujie' "
(E ridai! Ti ho
detto che da lì devi andare via).
Io non conosco l'etimologia dell'espressione dialettale, pur se vagamente potrebbe accostarsi a "traslocare", ma di quell'episodio il detto "A' Dà Trusciulujie' " e' rimasto famoso e tuttora lo si usa efficacemente per ribadire l'invito perentorio e veloce ad andarsene.