18 maggio. A un anno dalla scomparsa del Maestro Franco Battiato

La voce del Padrone imperitura nel 2022

Emmanuela Zappitelli
18/05/2022
Attualità
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18 Maggio

Caro Maestro,

Eccomi di nuovo a scriverti dopo appena un anno dal termine del tuo transito terrestre.
Rientro ora da un lungo giro in auto, che ho fatto da sola, con tutti i finestrini abbassati, per assaporare il profumo di quest'aria di maggio, che ha già in sé il sapore della nuova estate.
L'aria che entra acquista velocità, mi scompiglia i capelli e mi fa traboccare il cuore di felicità.
Il momento diventa idilliaco quando mi allontano dalla città, mi dirigo verso il mare, apro il cruscotto e trovo "La voce del padrone" in versione originale, che mi aspetta come un libro, come farebbe un caro amico con il quale non c'è bisogno di parole.
Lo inserisco e inizia la traccia 1. 
All'inizio non si sente quasi nulla, mi viene sempre il dubbio che il disco non sia partito, poi pian piano ecco un rumore di onde che si infrangono sulla battigia... il mio amato mare Adriatico che sto costeggiando è entrato in auto con "Summer on a solitary beach"!
Non è entrato solo il mare, è entrato anche quel suono di un cinema all'aperto, che non so da dove provenga, ma è lì, in quel posticino del mio cuore, e trasmette film tutto l'anno, circondato da piante lussureggianti e fiori colorati.
Inutile dirti che spesso, come te, ho chiesto al mare di esser portata lontano, a naufragare, via, via, via, da queste sponde.
Mentre si fa sera, il sole cala e lungo la strada vedo che in ogni casa si accende una luce: sono i "Segnali di vita" che tu hai descritto così bene, come nessun altro, in queste case all'imbrunire, che nella loro piccolezza e finitezza ci mettono in contatto con le meccaniche celesti.
Anche io sento il bisogno di una mia evoluzione, sganciata dalle regole comuni e da questa falsa personalità! Ancora una volta hai già scritto questo momento, prima che avvenisse.
Sto quasi per rincasare, e allontanandomi dal mare, passando per la campagna, prima di rientrare nel centro cittadino, ho la fortuna di incontrare un maestoso falco che inneggia nel cielo, lento e preciso come se seguisse uno schema matematico; proprio in quel momento parte "Gli uccelli",  e di nuovo mi rendo conto che nulla che hai scritto è a caso, perché anche io ora mi sento come loro, pronta a migrare per un cambio di stagione, non da un posto fisico ad un altro, ma da una stanza all'altra della mia anima, anche io, con giochi di aperture alari, con le regole assegnate a questa parte di universo.


Grazie Maestro per esserci ancora, e per esserci sempre.

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