Tutto il mondo sta attraversando un periodo difficile per via della crisi climatica. Dagli incendi allo scioglimento dei ghiacciai, anche la siccità si fa sentire in alcune zone. In Italia questo fenomeno si è potuto vedere anche nella capitale: la prolungata siccità infatti ha fatto riemergere i resti dell’antico Ponte Neroniano. Se da una parte quindi siamo di fronte a una tendenza piuttosto problematica, dall’altra abbiamo assistito invece ad un colpo di fortuna, perché siamo venuti in possesso di una testimonianza archeologica molto preziosa, riconosciuta nei dipinti del vedutismo romano, grazie all’opera divulgativa instancabile del collezionista d’arte Valter Mainetti.
Mainetti è il presidente della Fondazione Sorgente Group, grazie alla quale vengono raccolte diverse opere scultoree della tradizione classica e dipinti antichi. Tutto questo viene fatto con lo scopo di contribuire alla valorizzazione del patrimonio culturale italiano, che è davvero prezioso non solo per la nostra nazione ma per il mondo intero. Valter Mainetti si occupa anche di finanza, immobiliare, infrastrutture, restauro ed editoria, oltre ad essere professore di Finanza aziendale e immobiliare all’Università degli Studi di Parma.
L’importanza dei resti dell’antico Ponte Neroniano
Le alte temperature dell’ultimo periodo hanno causato una serie di problemi, tra cui l’aumento della siccità. Anche il Tevere, come molti altri fiumi in Italia e in Europa, ha diminuito il suo bacino facendo emergere antiche e preziose testimonianze. I resti del Ponte Neroniano si possono vedere dopo il Ponte Principe Amedeo Savoia, sul Lungotevere, nei pressi del Ponte Vittorio Emanuele II. Il Ponte Neroniano è conosciuto anche come Ponte Trionfale o Vaticano, era utile per attraversare il Tevere e arrivare a Veio. Questo ponte ha una sua storia, ovvero venne fatto costruire da Caligola per collegare il Campo Marzio al suo Circo, che si trovava vicino alla basilica Vaticana. Con il passare del tempo fu poi fatto restaurare da Nerone (da cui ne deriva il suo nome), perché era molto importante per andare verso Monte Mario. Purtroppo fu demolito nel 546, non si è a conoscenza del motivo preciso, ma si pensa sia stato fatto per impedire ai Goti di entrare a Roma.
Già nei dipinti del vedutismo romano del ‘700 è possibile vedere i resti dei piloni dell’antico ponte. In quel periodo storico i piloni venivano usati come basi di ormeggio di mulini galleggianti, questo perché i romani sfruttarono la forza della corrente del Tevere per muovere i meccanismi delle macine. Solo nel XIX i piloni furono demoliti, per semplificare la realizzazione del nuovo ponte, conosciuto poi con il nome di Ponte Vittorio Emanuele II. Nella collezione di Mainetti si può vedere il dipinto di Andrea Locatelli, “Veduta del Tevere presso Castel Sant’Angelo”, in cui i resti dei piloni emergenti dal fiume sono ben visibili. Ovviamente lo scenario era ben diverso, ma tramite questi dipinti storici possiamo fare dei collegamenti importanti sull’evoluzione urbanistica della città. Roma è una città amata da tutti proprio per la sua storia e continua a stupire ancora oggi con la comparsa di nuovi resti archeologici che ci fanno conoscere ancora meglio il territorio.
Valter Mainetti e la Fondazione Sorgente Group
Ritrovare dei resti così antichi è davvero importante e lo sa bene Valter Mainetti, che grazie alla fondazione si è potuto dedicare alla sua grande passione, l’arte. Nel 2007, quando fu creata questa fondazione, il settore dell’arte non era così roseo, ma ad oggi si può dire che è stato un ottimo investimento. Si può unire l’amore per l’arte con il business, la fondazione di Mainetti si è presentata alle Istituzioni nel 2008, un anno dopo la sua apertura, esponendo il ritratto di Marcello in marmo pario, presso la sede del Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo. Iniziarono così i finanziamenti, collaborando in modo attivo con le iniziative culturali.
Possedere le opere d’arte non è tutto, bisogna conoscerle a fondo per essere bravi in questo settore e fare la differenza. Rendere l’arte visibile al pubblico e farla apprezzare a più persone è molto prezioso per la società. Questo ha ancora più valore in Italia, nazione in cui è presente il più vasto e numeroso patrimonio culturale di opere d’arte, possiamo infatti trovare ben 59 siti Unesco. Salvaguardare l’arte rimane quindi un gesto importante in qualsiasi periodo storico, anche per farla conoscere alle generazioni future.