Da qualche tempo, evidentemente per motivi elettorali, é tornata all'ordine del giorno la questione della riduzione del numero dei parlamentari.
Esistono alcuni argomenti, come quelli che riguardano l'organizzazione dello Stato e le regole elettorali, che andrebbero affrontati senza preconcetti di parte perché servono a garantire la democrazia. La riduzione dei parlamentari e’ uno di questi.
Ciò premesso, dobbiamo tuttavia porci alcuni quesiti: questa riduzione avrà degli effetti positivi? Se si, quali? Oppure un taglio affrettato potrebbe comportare dei rischi?
Un risultato, certamente popolare, sarebbe quello della riduzione delle spese dello Stato. Un altro dovrebbe consistere in una maggiore efficienza del potere legislativo.
Per il primo rispetto, queste riduzioni inciderebbero ben poco sulla spesa complessiva dello Stato. Al contrario, un taglio ai molti enti strumentali “inutili” (decine di migliaia – non si conosce il numero preciso) risulterebbe molto più efficace. Sul secondo punto si potrebbe rispondere che più parlamentari producono maggiori iniziative legislative.
Un altro aspetto e’ che la riduzione dei parlamentari non può essere affrontata tralasciando la questione del Senato. La Camera Alta rappresenta infatti un'anomalia poiché e’ un doppione della Camera dei Deputati; ciò alla luce del fatto che l'Italia si è avviata da anni verso un federalismo amministrativo e dei tributi.
Un legislatore lungimirante parlerebbe di riduzione dei parlamentari contestualmente all’ introduzione del Senato federale, un Senato destinato alla tutela degli interessi delle Regioni (in modo da reintrodurre il