I codici a barre: quali sono le tipologie più diffuse

13/12/2022
Attualità
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Quando si parla di codice a barre si fa riferimento a uno strumento che serve essenzialmente all’etichettatura di un prodotto. Si tratta di uno strumento che viene realizzato appositamente per poter essere letto da parte di un apposito scanner, che consentirà la trasmissione di un’informazione, come ad esempio il codice di identificazione di quello specifico prodotto.

Il codice a barre, quindi, è uno strumento notevolmente diffuso in tutto il mondo, visto che serve proprio a identificare e alla codifica di qualsiasi tipo di prodotto che poi si possono trovare presso i supermercati piuttosto che nei negozi. Nella maggior parte dei casi, questi strumenti non sono altro che dei simboli a barre, che si possono leggere elettronicamente tramite un apposito scanner.

I codici a barre unidimensionali

In questa categoria troviamo dei codici a barre che sono in grado di rappresentare in maniera sistematica i dati, cambiando non solo le lunghezze, ma anche le spaziature tra delle linee che sono parallele. In questa vasta e variegata categoria non possiamo che trovare pure i codici UPC, che vengono sfruttati molto di frequente per l’etichettatura dei beni di consumo all’interno di un gran numero di punti vendita.

Non solo, dato che tra i codici unidimensionali ci sono pure i codici a barre EAN. In questo caso, si tratta di un modello utilizzato molto spesso per l’etichettatura dei beni di consumo praticamente in ogni parte del mondo, in modo particolare entro i confini del Vecchio Continente. Da notare come presentino un gran numero di aspetti in comune con i codici UPC: la differenza sostanziale rispetto a questi ultimi deriva dal modo in cui vengono applicati. Infatti, i codici EAN-13 si caratterizza per essere quelli maggiormente impiegati di default, mentre l’8-EAN viene sfruttato su tutti quei prodotti la cui confezione ha davvero poco spazio per ospitare un’etichetta.

I codici a barre bidimensionali

In questo caso, si tratta di una categoria di codici a barre bidimensionali che vengono impiegati spesso e volentieri per la rappresentazione dei dati in maniera decisamente sistematica. In questo caso, è bene mettere in evidenza come vengano usati sia simboli che forme di carattere bidimensionale. Dal punto di vista tecnico, questi codici presentano un gran numero di somiglianze con i codici a barre lineari, ma al loro interno possono contenere una mole di informazioni decisamente più alta.

In questa particolare categoria di codici a barre bidimensionali troviamo anche codici particolarmente all’avanguardia, come i codici QR. In quest’ultimo caso, ad esempio, si tratta di una tipologia di codice che vengono sfruttati molto di frequente all’interno di riviste, ma anche pubblicità, oltre che numerosi biglietti da visita. Tra i vantaggi dei codici QR troviamo indubbiamente il fatto di avere un’elevata tolleranza nei confronti degli errori, sono molto facili e rapidi da leggere e presentano una notevole flessibilità dal punto di vista delle dimensioni.

I lettori di codici a barre

Quando si parla di codici a barre, come dicevamo in precedenza ci sono degli strumenti appositamente sviluppati e realizzati per leggerli. Stiamo facendo riferimento ai lettori di codici a barre, detti anche barcode. Si possono facilmente ammirare presso le casse dei negozi o dei supermercati. La tipologia di barcode maggiormente diffusa sul mercato è indubbiamente quella senza fili e portatile, che sembra una pistola. La principale differenza tra i vari lettori di barcode è rappresentata dalla tipologia di tecnologia del sensore, che nella maggior parte dei casi può essere laser, imager oppure CCD. Ad esempio, quest’ultimo lettore, dotato di uno specifico sensore CCD, è in grado di sfruttare un’apposita luce a led e permette l’identificazione di un codice a barre solo a distanza di pochi centimetri.

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