Le riflessioni del neo assessore all'urbanistica Di Stefano

Domenico Di Stefano
18/07/2009
Attualità
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In questi giorni tantissima gente mi mostra simpatia perché non sono stato estromesso dalla Giunta. Molti dimenticano, però, che io già ero stato estromesso nell’azzeramento del 22 giugno scorso. La mia serenità di allora equivale alla serenità di adesso. Qualcuno mi ha chiesto cosa sarebbe accaduto se fossi stato definitivamente allontanato, se non mi avessero confermato magari a vantaggio di qualcuno degli amici che oggi sono fuori dall’esecutivo? Io dico niente, proprio niente, nel senso che non sarebbe risultata affatto scalfita e compromessa la mia personalità politica cosa ben diversa dalla palese amarezza personale. Ripeto, probabilmente niente e non perché i giornali mi davano “morto” da tempo e le richieste in tal senso venivano anche da alcuni “addetti ai lavori”. Non sarebbe accaduto niente per il semplice fatto che la mia disponibilità in politica è legata all’interesse generale della città prima che alla mia vicenda personale, perché la linearità del mio curriculum è talmente definita che non si presta ad appropriazioni indebite e a false morali. Il mio lavoro in questi anni, con i limiti annessi ad ogni azione amministrativa, è sotto gli occhi di tutti (e, mi sia permesso, se San Salvo oggi gode anche di un certo prestigio tra gli operatori della cultura e dello spettacolo e su diversi media nazionali, comprese cineteche e biblioteche italiane che hanno conosciuto e apprezzato la nostra città e la nostra gente, forse una piccolissima parte va ascritta anche al mio impegno). Proprio in ragione di questo ero, sono e resto a disposizione per il bene della mia città, in qualunque ruolo, senza “ansie da prestazione” e con quella dose di onestà e di onestà intellettuale che mi ha sempre permesso, e soprattutto mi permette tuttora, di essere e di agire libero. L’onestà intellettuale è una valore del “giorno prima” e non si addice a declinazioni del “giorno dopo” (e la mia partecipazione alle Regionali mi restituisce chiaro il senso di questi concetti di cui vado fiero…). Il doloroso day after del Consiglio Comunale del 14 luglio, data cara ai francesi e, chissà, da segnare in rosso sul calendario anche per i sansalvesi, è una lunga lista, legittima e inevitabile, di considerazioni, proclami, appunti, sfide. Ce la farà il Sindaco Marchese a portare la barca in porto dopo la straordinaria prova di forza a cui si è votato e che, a prescindere dai modi e dai metodi, opinabili come tutto in politica diventa opinabile, segna, comunque e al contempo, una rottura clamorosa e una prospettiva di novità nello scenario amministrativo e politico della nostra città? Nessuno ha la sibilla cumana. Alcune cose però si possono esternare. Portare la barca in porto significa arrivare alla scadenza naturale del mandato. Il Sindaco sa, con chiarezza, che se non esistono le condizioni aritmetiche e politiche bisogna trarne le conseguenze più limpide. Ai Consiglieri Comunali, vecchi e nuovi, l’augurio di agire sempre con libertà e responsabilità per il bene della città che si rappresenta, roba di non poco conto. Agli Assessori che “escono” va il mio personale pensiero di gratitudine e stima per il lavoro svolto (cosa che, d’altronde, ho fatto personalmente in ragione dello stile che ho richiamato). Agli Assessori che “entrano” l’augurio di attingere forza proprio nell’entusiasmo della novità e della freschezza e l’invito a lavorare sodo. Alla novità del vice sindaco donna auguri sinceri e meritati. A chi “rimane” il servizio di accompagnare, con tutti i limiti del caso e per il tratto di strada assegnato, questo nuovo processo amministrativo ma anche e soprattutto politico. E per politica intendo le sorti del Centrosinistra di questa città. Dal 14 luglio si deve ragionare diversamente nella vita politica di San Salvo e mi auguro non solo per i troppi personalismi coinvolti e per le rispettive azioni celate (o mal celate…), ma perché rientrano in gioco visioni e prospettive che devono riconsegnare al Centrosinistra la passione, il metodo e la lungimiranza che lo rende, anche a fatica, ancora maggioranza in questa città che ha conosciuto, con gli uomini di ieri, di oggi (e speriamo di domani), una crescita complessiva tangibile, vera ed invidiabile. Il Centrosinistra è un patrimonio troppo grande per essere intestato a qualcuno e a chicchessia e dunque è necessario che i Partiti, PD in testa, tornino a dettare l’agenda politica insieme ed oltre l’azione amministrativa. Perché, è chiaro, un partito vale di più di un quinquennio (?) comunale. Solo un Centrosinistra stantio (e dilaniato) può dare linfa ad una opposizione che, legittimamente, cambia strategia e pelle, dopo anni d’inconsistenza e vaghezza, proprio sulle nostre difficoltà. Resto convinto che siamo noi ad avere le chiavi del futuro, nostro e dei nostri cittadini ai quali stanno a cuore i problemi da risolvere e che non ci perdonerebbero mai evasioni di responsabilità e liti di condominio senza strategie di lungo respiro. Proprio nell’urgenza e in una fase delicata, e per certi aspetti surreale, della nostra città il Centrosinistra, non altri!, è chiamato a scrivere ancora la Storia della nostra comunità. La storia, Amici e Compagni, la storia. Sperando davvero che nessuno si vincoli a piccoli “resoconti” di cronaca.

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