Avevi il mondo dentro.
Avevi il mondo dentro e volevi tirarlo fuori, diffonderlo, raccontarlo senza fine a chiunque, per quanto fosse bello.
Avevi il mondo dentro che assiduamente aveva sete del mondo esterno, e ne aveva così tanta che spesso lo sentivi straripare, ti sfuggiva al controllo.
Volevi conoscere, imparare.
Volevi un contatto profondo fra te e la realtà che ti circondava, sentirla sulla pelle, toccarla, esaminarla.
Col tempo hai capito che non avresti mai potuto soddisfare quella sete.
Col tempo hai capito che il mondo esterno ti avrebbe uccisa, ma tu avevi la fortuna di possederlo dentro il mondo.
Te lo sei fatta bastare.
Eri grata di possederlo, un mondo così bello, meraviglioso.
Tanto era splendido che hai iniziato a chiederti se lo meritassi.
"Può una donna possederlo?"
Col tempo hai capito che no, non puoi possederlo.
"È giusto che lo abbia?"
Col tempo ti sei convinta che no, non è giusto che tu lo abbia.
Allora quel mondo si è spento.
Ti sei svuotata. Oppure ti hanno svuotato?
Ti sei costretta a opprimerlo, o te l'hanno oppresso?
Te l'hanno soffocato le urla, le mura di casa, i pianti, i vestiti pesanti, le sbarre di fronte agli occhi.
Avevi il mondo dentro.
Ti hanno tolto anche quello.
"Può una donna possedere una personalità?"