Su una bustina di zucchero di un bar ho trovato questa frase di Paolo Coehlo: “Gli uomini si dividono in quelli che costruiscono e quelli che piantano. I costruttori concludono il loro lavoro e, presto o tardi, sono colti dalla noia. Quelli che piantano sono soggetti a piogge e tempeste, ma il giardino non cesserà mai di crescere”. Ognuno può interpretare come vuole, a me il concetto è parso provvidenziale soprattutto in ragione della presentazione, qualche giorno fa, dello studio di fattibilità per la riqualificazione del nostro lungomare, presentazione avvenuta prima in Consiglio Comunale e poi in una affollatissima piazza C. Colombo. Il nuovo Parco Naturale previsto per la nostra marina ha lasciato evidenti tracce di stupore ed approvazione in tutti, consiglieri comunali di ogni collocazione, cittadini e turisti. I tecnici incaricati della redazione dell'opera, esperti in architettura naturale ed ambientale, hanno posto in essere un'idea che diviene al contempo una scommessa, per l'Amministrazione Comunale (e inevitabilmente per quelle che verranno), e un rivoluzionario approccio turistico alla nostra città e al nostro mare che deve necessariamente coinvolgere tutti gli utenti, imprenditori turistici in primis. Circa tre di verde attrezzato; centinaia di specie di piante; una biosfera in lega anti sale come luogo d'incontro con annessi giardini d'inverno da visitare tutto l'anno; tre piramidi verdi con auditorium, urban center e servizi; accessi alla spiaggia per amici non vedenti e diversamente abili; aree giochi per bambini; fiumi, laghi e cascate sul percorso; pista ciclabile per l'intera lunghezza del percorso; moderno arredo urbano e regia di luci per ogni angolo; il raddoppio sul lato nord del lungomare.... Non sto raccontando un sogno anche perché quando un sogno assume già i contorni grafici vuol dire che non si è più soli a sognare. Non stiamo parlando di make-up (e solo chi non ha visto il progetto potrebbe perseverare), stiamo parlando di una rivoluzione, di una filosofia che, qualora dovesse trovare piena e completa applicazione, e guai a non prodigarsi per questo!, cambierà letteralmente il modo d'intendere il turismo della nostra comunità. Una spiaggia e una marina fruibili per tutto l'anno stanno a significare un radicale capovolgimento economico e sociale di questo territorio. Gli operatori turistici, per esempio, avranno la possibilità di ridisegnare la loro attività e non circoscriverla in due mesi: certo occorrerà la fantasia di tutti ma solo la fantasia genera concorrenza e desiderio sano di competizione. Così come auspichiamo che illuminati imprenditori edili possano e vogliano finalmente misurarsi con una vera cultura turistica. La classe politica di questa città, qualunque essa sia, dovrà dotarsi di strumenti culturali in grado di guidare nuovi processi di crescita e capire che è meglio un comune progetto di totale sviluppo collettivo che un deprimente calcolo politico di corto respiro. Perché il lungomare non è né di destra e né di sinistra ma si può percorrere indifferentemente e con lo stesso piacere da destra a sinistra e viceversa. Stavolta davvero ci giochiamo il futuro dei nostri ragazzi e bambini. E allora è chiaro che anche le altre scelte urbanistiche e di pianificazione non possono esimersi da ragionamenti liberi, lungimiranti, seri, con confronti anche duri ma aggrappati al domani (e magari anche al dopo domani) ma non succubi di tasche che privilegiano l'odore dell'oggi. E ancora, San Salvo marina ha bisogno di un'area spettacolo degna di questo nome: spostiamo altrove il campo di calcio? Il nuovo piano tratturi in via di studio e approvazione non può non legarsi al parco naturale del lungomare: ragioniamo su nuove aree di parcheggio sulla S.S. 16 con navette ecologiche? La particella “18”, alla quale si guarda per un centro salutistico e del benessere e il cui bando è andato deserto, è una risorsa importante e decisiva: apriremo un confronto-incontro con le forse economiche, sociali e imprenditoriali locali...? Ma ancora. Lo studio di cui stiamo discettando, finito, costa almeno 20 milioni di euro, soldi che l'Amministrazione comunale non ha, soldi che vanno alimentati con una sinergia ad ampio raggio: Parco Costa Teatina, fondi FAS, Comunità Europea e, ovviamente, enti locali. Sappiamo, inoltre, che un parco di simili dimensioni ha bisogno di manutenzione attenta e costante, come tutte le cose belle che vincono il tempo, vorrà dire che governare farà rima con conservare e curare un patrimonio unico da iscrivere dentro di noi con i caratteri della novità, dell'organizzazione e di un nuovo modo di fare cultura e lavoro anche nel settore della manutenzione. I tempi? Scommettere sull'orologio è audace ma se riuscissimo in due lustri a produrre il nuovo corso della nostra marina di San Salvo sarebbe davvero fantastico. Questo progetto, oggi ancora studio ma mi auguro presto progetto esecutivo, è un'esclusiva in Europa, sia per la sua naturale bellezza e collocazione, sia per la valenza didattica (sarà luogo di visita e studio per scuole e università, un vero museo della natura...), sia per la peculiarità di non riferirsi alla sola stagione estiva. Ai tecnici e agli studiosi che vi hanno lavorato con competenza e passione (come gli esperti che hanno progettato il porto turistico e il teatro comunale...) e che hanno adottato il concetto di Coehlo di cui sopra voglio dire, da cittadino prima che da amministratore, che San Salvo accetta la sfida. Che San Salvo sposa il suo mare, amato da sempre, per un matrimonio indimenticabile da dedicare alle nuove generazioni di ogni ordine e grado, ai sansalvesi di domani, ai “cittadini temporanei” più che ai turisti, a chi passa e a chi resta. E un po' anche a noi stessi, iniziatori di un'idea nata con un racconto e con una serie di suggestioni che si sono intrecciate alla vita. E ce l'hanno cambiata. Domenico Di Stefano Assessore Urbanistica San Salvo P.S. Presto ci faremo una chiacchierata sul PRG...ma in fondo di cosa abbiamo parlato finora?