Come si presenta un mare “pulito”?

A favore della conoscenza, scopriamo l’importanza delle “alghe” nel Mar Mediterraneo

Donatella Zappitelli
24/07/2023
Attualità
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A favore dell’autentica conoscenza, scopriamo l’importanza delle “alghe” nel Mar Mediterraneo.

Come da normativa, i criteri internazionali per le spiagge nell’ambito del programma Bandiera Blu, fregio di cui tanto andiamo fieri per le nostre bellissime spiagge, recitano, rispettivamente:

al punto 16: Vegetazione algale o detriti naturali devono essere lasciati sulla spiaggia;

e, al punto 25: Gli habitat marini e lacustri (come la barriera corallina o le praterie di posidonia) presenti in prossimità della spiaggia devono essere monitorati.

Ma allora, a cosa corrisponde effettivamente l’immagine popolare di “mare pulito”? Siamo davvero sicuri che un'adeguata pulizia delle nostre spiagge passi attraverso il cieco rastrellamento della battigia e dei fondali (attraverso la pesca)?

Sarà per il sempre più accentuato distacco da Zoe, la vita, che l’uomo del Neozoico pare aver dimenticato o non aver mai sperimentato l’autenticità della Natura. 

Ci siamo abituati a pomodori rossi tondi e perfetti, a mele che paiono senza alcun difetto, ci infastidiamo del cinghiale e dell’insetto, ci disturba la vespa e non vogliamo imparare il suo ruolo nell’ecosistema e nell’impollinazione. Vogliamo la perfezione e non ricordiamo mai che la perfezione della Natura sta nelle tante imperfezioni che collaborano al suo equilibrio. Abbiamo paura, probabilmente, rintanati dentro prigioni di cemento e asfalto ci stupiamo del caldo soffocante delle città.

Si va al mare in estate, si parte carichi di sogni e non si accetta nemmeno un piccolo “imprevisto”. Si arriva in spiaggia e quando si vedono alghe, meduse, conchiglie ci si stupisce della loro presenza lì e si pensa e si dice che “il mare è sporco!”. Fermamente convinti che un mare pulito sia come quel pomodoro e quella mela, come quel bosco senza animali: un mare pulito ha solo sabbia e acqua, perché è ciò che ci piace. 

Enorme disinformazione oppure disinteresse verso un’adeguata conoscenza? Come la scimmietta che non vede, non sente e non parla: ci chiudiamo monadici e non ascoltiamo mai gli esperti che non urlano e non elemosinano soldi e pubblicità.

Sull’argomento alghe nei nostri mari:

Nello specifico, la Posidonia oceanica è una pianta acquatica endemica del Mar Mediterraneo che forma praterie sottomarine di grandissima importanza ecologica, al punto da esercitare un’azione di contrasto all’erosione delle coste di cui tanto abbiamo timore. Le praterie di Posidonia, attualmente a rischio minimo di estinzione ma in calo numerico monitorato, rappresentano un importante bioindicatore: con un lungo ciclo vitale, diffuse in tutto il Mediterraneo, possiedono un’elevata capacità di concentrazione di sostanze inquinanti, fungendo sostanzialmente da depuratori naturali dell'acqua, e sono molto sensibili ai cambiamenti ambientali, dunque attraverso il monitoraggio della specie possiamo tenere sotto controllo la qualità del nostro mare. Per non parlare delle enormi quantità di ossigeno che, in quanto piante, sono in grado di produrre.

Ma allora perché siamo così indisposti verso quella Posidonia spiaggiata che, come abbiamo visto da normativa per la Bandiera Blu, deve essere lasciata sulla spiaggia? Perché ci indispettiamo se la vediamo galleggiare in mare, se un suo filamento ci sfiora la gamba mentre nuotiamo?

Perché, è evidente, oramai siamo convinti che ciò che è buono e bello sia sempre perfetto, e la nostra idea di perfezione corrisponde all’artificio d’apparente estetica. Perché abbiamo dimenticato che la Natura è Caos da cui emerge equilibrio, che sono i milioni e miliardi di sfumature di colori e forme e suoni che fanno la sua Bellezza e la sua stessa sopravvivenza.

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