Disciplinare sul cinghiale, D'Amico condanna la decisione della maggioranza in Provincia

Francesco Bottone
04/09/2009
Attualità
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CUPELLO - "Definisco osceno un voto che lascia irrisolti tutti i problemi che sono legati all'alto numero di ungulati sul nostro territorio". Con queste parole il presidente della Copagri, Camillo D'Amico, commenta la recente decisione della maggioranza in Provincia di sospendere l'efficacia del disciplinare sulla caccia al cinghiale. "Tra l'altro, - ricorda D'Amico - le associazioni venatorie e gli Atc avevano presentato un ricorso al Tar contro il disciplinare, che il tribunale amministrativo ha rigettato perché infondato". "Gli agricoltori - aggiunge il presidente della Copagri che è anche capogruppo del Pd in Provincia - continueranno a patire danni consistenti, le persone a subire una presenza numerosa e pericolosa, le autovetture incidenti senza che alcuno pagherà loro i danni. Queste, purtroppo, le tristi conseguenze. Il centrodestra paga dazio elettorale alla potente 'casta' dei cacciatori, premia i furbi ed i prepotenti, asseconda chi confonde una nobile passione sportiva trasformata in professione, dimostra assoluta insensibilità a chi produce in agricoltura e ci vive, non aiuta a fissare regole per la tutela della salute pubblica non garantendo l'obbligo del controllo sanitario dei capi abbattuti che prendono la via dei locali pubblici. Il centrosinistra non ha inventato i contenuti del regolamento, ma li ha estrapolati da altri similari presenti in tutta Italia e, proprio per andare incontro a riserve palesi che si sono elevate durante la lunga ma infruttuosa concertazione, aveva scritto chiaramente una prima verifica attuativa già dal primo anno di applicazione. Se tutto questo, per il variegato e disunito mondo venatorio e del centrodestra, è un lungo ed intuile 'parolaio', il voto espresso in Consiglio ha valore di giubilo, se, invece come io ritengo, - aggiunge in chiusura D'Amico - è un atto grave, ad esso va posto un solerte, immediato e partecipato rimedio. Attendiamo quindi, da subito, proposte alternative concrete e realizzabili sulla gestione del cinghiale".

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