La poesia e le note di Fabrizio De André nel suo ricordo

Cantata collettiva sotto i portici al centro di Vasto nell’anniversario della morte del cantautore

Alessio Di Florio
12/01/2024
Musica e Spettacolo
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Una giovanissima coppia cullata dalla musica, un ragazzo giovanissimo rapito dalle note, professionisti affermati e persone ricche di tante primavere carichi d’entusiasmo. Tutti uniti nel cantare, conoscendole a memoria, le poesie in musica di Fabrizio De André. Venticinque anni fa Faber, come lo soprannominò l’amico Paolo Villaggio, conclude la sua vita terrena. Sono passati cinque lustri ma Fabrizio De André non è mai scomparso, è più vivo e attuale che mai. 

Le sue canzoni sono canzoni di oggi, le sue poesie viaggiano di bocca in bocca e non hanno bisogno di nessun giornale – parafrasando suoi celebri versi – e uniscono generazioni, vite, passioni. Gli amati da Faber, da lui raccontati in tantissime canzoni, sono quasi familiari, ancora oggi, e rivivono nelle milioni di persone che continuano a cantarle, a commuoversi, a lasciarsi rapire e cullare da note vibranti e potenti.

Ieri pomeriggio, sotto i portici di Piazza Rossetti spostandosi per la pioggia dall’iniziale location di Porta Catena, anche a Vasto si è ripetuta la tradizione della cantata collettiva in onore di Fabrizio Dé Andre. “Da bambino volevo guarire i ciliegi – Tributo a Fabrizio De André”, un omaggio collettivo, nella maniera più autentica possibile, che da venticinque anni unisce decine di località in tutta Italia, la terza volta che avviene anche a Vasto. Un coro non di “vibrante protesta”, riprendendo un verso della “Domenica delle Salme”, ma di musica, canto, passione, di commozione e gratitudine per uno dei più grandi poeti della musica italiana. Faber ha segnato un’epoca ma, allo stesso tempo, supera ogni epoca. In un’intervista disse che era stato calcolato ci volessero oltre otto ore solo per cantare tutte le sue canzoni dedicate al più nobile dei sentimenti. 

Ha cantato la voce di chi crede nella Pace e vuol opporsi alle guerre - tema quanto mai attuale – e dei senza voce che soffrono fino a cercare le morte nelle carceri – tema drammatico in un Paese che vede ogni anno decine e decine di suicidi nelle carceri – fino all’umanità più profonda di coloro che vengono emarginati, scartati, disprezzati dalla società. 

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