Sono passati quattro mesi dalla terribile esplosione nello stabilimento a Casalbordino della Esplodenti Sabino di Lanciano.
Il futuro lavorativo, tra l’attuale chiusura e l’eventuale possibile riconversione di cui si è discusso nei mesi scorsi, rimane incerto. Un’incertezza a cui si aggiunge la difficile situazione dei lavoratori con le attività ferme. La strada individuata per l’ottenimento di sostegni economici per i dipendenti è stata quella della cassa integrazione.
A pochi giorni dal Natale la vicesindaca di Casalbordino Carla Zinni ha annunciato che era stato raggiunto l’accordo per la cassa integrazione. Un accordo che ha portato la questione sui tavoli ministeriali, Zinni anticipò che in questo mese l’avvio dell’istruttoria presso il Ministero del Lavoro.
Nei giorni scorsi è arrivata la notizia della firma del decreto ministeriale per l’ottenimento della cassa integrazione straordinaria con effetto retroattivo. «È un traguardo di cui siamo particolarmente fieri, abbiamo lavorato duramente per salvaguardare i tantissimi lavoratori che si sono trovati in una situazione complicata dopo l'incidente della Esplodenti Sabino, che ha provocato vittime e la conseguente chiusura della fabbrica – ha dichiarato la vicesindaca di Casalbordino - Sin dall'inizio mi sono battuta con il Sindaco di Casalbordino per promuovere un tavolo di confronto con la Regione, il Presidente Marsilio, il Sen. Sigismondi, l'azienda e i sindacati per accelerare l'erogazione della cassa integrazione ai dipendenti in difficoltà».
«Grazie ad un lavoro sinergico, attento e puntuale, siamo riusciti ad ottenere un risultato per gli operai rimasti senza lavoro – ha concluso Carla Zinni - Questo è quello che per me significa essere presenti sul territorio ed essere coerenti con le proprie battaglie e idee».