Qualche giorno fa sono stato costretto a denunciare la pesante situazione che regna da qualche mese sulla Trignina, annunciando anche formale esposto contro chi ha tentato il mio investimento. Non pensavo di dover tornare sull’argomento. Infatti, nonostante le diverse dichiarazioni di solidarietà, ieri ho letto un articolo di stampa dal quale, coloro che hanno manifestato tale solidarietà, oggi alzano i toni e bollano come “maledetti” gli autovelox imboscati sulla Trignina. Questa parola evoca infausti sentimenti che tendono ad esasperare il clima di tensione e di costante pericolo in cui noi agenti di Polizia Municipale siamo costretti ad operare. Questa strategia è irresponsabile e crea, consciamente o meno le basi per una situazione ancora più esplosiva verso la quale va posto un freno. La cosa più importante è che tale situazione viene determinata in mala fede in quanto i promotori sanno bene che ciò che dicono è falso e che il loro è un tentativo di recuperare la credibilità persa in occasione di altre esternazioni infelici riguardo all’organizzazione del servizio, a loro detta effettuato in modo difforme delle normative vigenti. Infatti sono moltissimi gli utenti sanzionati che espongono le loro lamentale al mio ufficio, sostenendo di essere stati indotti a fare dei ricorsi, i quali sono stati respinti con ulteriori pesanti addebiti nei loro confronti. Ciò sia avanti al Prefetto che ai Giudici di Pace, arrivando a pubblicizzare al massimo le poche sentenze di accoglimento (oggi in valutazione di appello) e tacendo tutte quelle sanzioni che sono state raddoppiate a scapito degli inconsapevoli cittadini. Si precisa, quindi, che dopo le errate informazioni in materia di contestazione immediata, di mancato inserimento nel decreto prefettizio, di errata informazione all’utenza e di mancata visibilità della postazione, oggi si cerca di sostenere che il servizio sia subordinato alla presenza di una autovettura di servizio. Si dirà una volta sola. Il protocollo operativo allegato alla Circolare del Ministero dell’Interno del 14.08.2009 (detta “Maroni”), non contiene alcun obbligo per le PP.MM. di dotarsi di auto di servizio e di utilizzarla per il rilevamento della velocità. La confusione, se così si può chiamare, è stata creata dalla circostanza che, nella circolare, si è ipotizzato che, per dare maggiore visibilità alla postazione di rilevamento, possono essere utilizzate, ove possibile, autoveicoli con colori istituzionali. Tale possibilità (appunto perché è tale), viene lasciata alle AA. LL. a secondo della loro disponibilità materiale e della posizione in sicurezza dei veicoli sulla strada. Tale obbligo non è mai stato imposto dal Prefetto di Chieti, il quale ha soltanto ribadito di attenersi alle direttive ministeriali per l’attuazione dei servizi. A scanso di equivoci si allega lo stralcio della “Circolare Maroni” e precisamente il Comma 7.1 che tratta della visibilità delle postazioni di controllo mobili. “Le postazioni di controllo mobili possono essere rese ben individuabili ricorrendo, ove possibile, all’impiego di autoveicolo di servizio con colori istituzionali. In alternativa, quando sia utilizzato un veicolo di serie nella disponibilità della Pubblica Amministrazione, la visibilità della postazione può essere garantita con la collazione sul veicolo o in corrispondenza di esso di un segnale conforme a quello previsto per le postazioni fisse, ovvero facendo uso di un dispositivo supplementare a luce lampeggiante blu di tipo mobile” Tale chiarimento vuole essere più che una risposta ai faziosi interessati, una spiegazione a coloro che percorrono la strada ed anche ai trasgressori, al fine di evitare loro “oltre al danno, la beffa”! Confidando di non dover più intervenire sull’argomento, ci si riserva ogni e più ampia azione civile e penale nei confronti di coloro che con falsità e mala fede tendano a creare situazioni di potenziale pericolo per il sottoscritto e tutti coloro che lavorano sulle strade con onestà e diligenza. Fresagrandinaria, lì 13.11.2009 L’agente di Polizia Municipale Giuseppe Cavallone