Tassa depurazione acque, la Sasi continua a chiedere il pagamento per un servizio che non esiste

Francesco Bottone
27/11/2009
Attualità
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FRESAGRANDINARIA - "Nonostante la sentenza di incostituzionalità la ditta Sasi continua ad emettere fatture nelle quali è contemplata la voce per la depurazione delle acque". I cittadini indifesi protestano di fronte all'atteggiamento del gestore unico dei servizi idrici che, in barba alle recenti sentenze, continua a chiedere soldi per un servizio, quello della depurazione, che di fatto non riesce a fornire agli utenti. Nei mesi scorsi la Corte costituzionale ha stabilito ciò che era del tutto ovvio: nei comuni dove i depuratori non ci sono o non sono funzionanti la tassa per la depurazione delle acque non è dovuta. Di conseguenza la Sasi, e per il periodo precedente alla cessione del servizio i Comuni, avrebbero dovuto restituire le somme indebitamente percepite. Non solo ciò non è avvenuto, ma il gestore del servizio idrico continua ad emettere fatture nelle quali la tassa è contemplata. Proprio da Fresagrandinaria, ma anche dagli altri centri del Vastese, nei mesi scorsi sono partite decine e decine di richieste di rimborso indirizzate alla Sasi. Tutte domande, sia pure legittime e rafforzate dalla sentenza di incostituzionalità, rimaste inevase. Il classico caso italiano di confusione totale e a farne le spese, in ogni senso, sono sempre e solo i cittadini. A Fresagrandinaria i cittadini non sanno più a chi rivolgersi per ottenere indietro i soldi indebitamente versati al Comune, prima del 2003, e successivamente alla Sasi. La maggioranza del sindaco Di Stefano non si è interessata minimamente del problema, e pare che anche l'opposizione stia avendo, rispetto a questa spinosa questione, un atteggiamento di indifferenza. Insomma, oltre al danno, per aver versato una tassa non dovuta, ora anche la beffa, con la Sasi che continua a richiedere somme per un servizio che non offre all'utenza.

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