CASTIGLIONE MESSER MARINO - Dopo la conferenza sul problema cinghiali che si è tenuta sabato scorso a Castelguidone, alla quale hanno partecipato gli amministratori della provincia e degli enti locali dell'Alto Vastese, interviene autorevolmente nel dibattito Antonio Colaneri, titolare dell'azienda agri-turistico-venatoria ''Valle Santa Barbara'' di Castiglione, noto esperto di caccia e di cinofilia. Il problema, a suo avviso, risiede proprio nell'ubicazione dell'area cinofila che insiste sul territorio dei comuni di Castelguidone e San Giovanni. La presenza di quella vasta zona in cui la caccia è vietata rappresenta un rifugio sicuro per i cinghiali, il noto ''effetto spugna'' di cui si parla nella letteratura sull'argomento. Nel corso della notte i cinghiali fuoriescono dalla cinofila per cibarsi, provocando i ben noti danni all'agricoltura della zona limitrofa. Secondo Colaneri basterebbe spostare la zona cinofila, ripristinando quella attivata nel corso degli anni 70, quando egli stesso era componente della consulta provinciale sulla caccia, nella zona montuosa compresa tra Castiglione, Schiavi e frazione Valloni. Si trattava di un'area di circa ottocento ettari, considerata da insigni esperti quali Oscar Monaco, vice presidente dell'Ente nazionale cinofilia italiana, o il professor Chigi, direttore dell'istituto di zoologia applicata alla caccia dell'università di Bologna, il fiore all'occhiello del centro sud per quanto riguarda l'addestramento dei cani da ferma. Inspiegabilmente, da pochi anni, quell'area cinofila è stata cancellata e spostata più a valle, nella zona in cui si trova oggi, troppo a ridosso dei vigneti e delle coltivazioni in genere. In tal modo, conclude Colaneri, si è creata una situazione ideale per i cinghiali, che infatti sono cresciuti esponenzialmente proprio da qualche anno a questa parte, e si è inoltre privato il territorio dell'Alto Vastese della precedente zona cinofila molto apprezzata tra gli esperti di cinofilia.