L'assessore Tamburrino: ''Contro i cinghiali abbattimenti anche nelle aree protette''.

Francesco Bottone
18/10/2005
Territorio
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CASTELGUIDONE - Semplici cittadini, personalità politiche locali, diversi amministratori provinciali e alcuni rappresentanti delle associazioni venatorie sono intervenuti sabato scorso all'incontro, organizzato dal sindaco di Castelguidone, per cercare una soluzione all' ''emergenza cinghiali'' nell'Alto Vastese. Particolarmente apprezzata la relazione tenuta dall'assessore provinciale alla caccia e alle zone interne Antonio Tamburrino. Secondo i dati in possesso degli uffici dell'assessorato, i danni provocati dai cinghiali alle colture, nel solo anno 2003, ammonterebbero a 158 mila euro, senza contare quelli dovuti ad incidenti stradali causati dall'impatto con i grandi ungulati. Una voce di spesa, per le amministrazioni pubbliche, divenuta insostenibile, dunque delle soluzioni alla proliferazione del cinghiale vanno trovate, senza tuttavia arrivare a decisioni drastiche, come ad esempio la totale eliminazione dell'ungulato proposta dal sindaco di Celenza. L'assessore Tamburrino ha elencato alcune contromisure, ben più intelligenti e attuabili: una maggiore conoscenza della popolazione di selvatici mediante opportuni censimenti; l'individuazione di zone in cui la presenza del cinghiale possa essere ben tollerata perché non in contrasto con le attività antropiche. Per quanto riguarda la necessità di limitare la popolazione attuale di ungulati, riportandola su valori eco-compatibili, l'assessore, facendo trasalire il collega Nicola Petta dei Verdi, ha proposto un concreto piano di abbattimento selezionato addirittura all'interno dei parchi e delle aree protette. Proprio le zone in cui la caccia è vietata infatti rappresentano i bacini da cui i numerosissimi cinghiali si diramano nottetempo nelle aree circostanti arrecando ingenti danni all'agricoltura. Dunque un piano di contenimento da approntare avvalendosi della collaborazione delle associazioni venatorie e che vedrà impegnati i cosiddetti selecontrollori, cioè dei cacciatori opportunamente istruiti mediante corsi di preparazione alla caccia di selezione. Nell'immediato, per cercare di ridurre i danni all'agricoltura, l'amministrazione provinciale, per bocca dello stesso presidente Coletti intervenuto a chiusura dei lavori, provvederà allo stanziamento di fondi per la realizzazione, nei pressi delle aree a forte vocazione agricola, di impianti di dissuasione acustica, i famosi cannoncini utilizzati per impaurire i cinghiali, e cercherà di aumentare, mediante incentivi economici, le coltivazioni a perdere, cioè colture realizzate appositamente per il consumo da parte del cinghiale, in modo da distoglierlo dalle altre produzioni agricole. Insomma, finalmente anche la politica si sta muovendo per cercare delle soluzioni all' ''emergenza cinghiali'', in maniera seria e razionale, perché ''il cinghiale non è solo un problema'' - ha concluso l'assessore Tamburrino - ''ma è anche una risorsa da gestire in maniera integrata''.

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