Crescita zero e spopolamento: l'Alto Vastese verso l'estinzione

Francesco Bottone
13/01/2010
Attualità
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CASTIGLIONE MESSER MARINO - La popolazione abruzzese cresce di pochissimo, appena lo 0,14 per cento, circa la metà della media nazionale che è comunque bassa e si assesta su un misero 0,24 per cento. Ancora una volta sono i dati numerici a mettere in evidenza una problematica cronica per l'Abruzzo in generale e per l'Alto Vastese più in particolare, lo spopolamento delle zone interne a vantaggio di quelle costiere. E' quanto emerge da un'analisi del Centro studi della Cna sui dati dell'Istat relativi all'andamento demografico nei primi sei mesi del 2009. Il fatto che l'Abruzzo cresca meno della realtà italiana non dipende dall'incremento migratorio, che è quasi lo stesso di quello nazionale, ma dal forte decremento del saldo naturale, che è di gran lunga superiore a quello nazionale: - 0,17 per cento contro il - 0,06 per cento. L'analisi dell'incremento della popolazione mette in evidenza l'andamento a due velocità: mentre, da un lato le province di Teramo (+883; +0,28%) e Pescara (+1.031; +0,32%) crescono con un ritmo superiore a quello medio nazionale (+0,26%), dall'altro, L'Aquila (-94; -0,03%) e Chieti (+47; +0,01%) registrano una crescita quasi nulla. La matematica conferma così ciò che appare già evidente: le zone montane e rurali continuano a spopolarsi, con i residenti che emigrano verso le città costiere. E' di questi giorni la notizia che Vasto ha superato quota quarantamila abitanti, mentre San Salvo insegue a quasi la metà. Di contro i piccoli centri dell'entroterra continuano a perdere residenti. L'Alto Vastese è un esempio lampante di questo triste fenomeno. Evidentemente le amministrazioni locali e la Comunità montana non riescono a porre in essere politiche di incentivo per le giovani coppie, nel tentativo di farle restare nei comuni di origine. Solo Castiglione Messer Marino, in tutto il comprensorio montano, ha introdotto, ad esempio, il bonus bebé. Un piccolo aiuto in denaro ai nuovi nati che, sia pure simbolico, costituisce un valido deterrente allo spopolamento e alla migrazione verso la costa. Si potrebbero utilizzare a questo scopo, ad esempio, i proventi delle centrali eoliche che infestano, ormai a perdita d'occhio, i monti dell'Alto Vastese. La classe politica locale, al momento, resta insensibile a questi temi, nonostante il ripetuto allarme spopolamento.

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