Primi passi della regione Abruzzo verso lo stop ai fondi delle comunità montane

Pina Colamarino
11/02/2010
Attualità
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Con l'art. 2, comma 187, della legge finanziaria 2010 approvata dal Governo, le leggi regionali potranno prevedere la soppressione delle Comunità Montane, isolane e di arcipelago. Lo Stato cessa quindi di concorrere al finanziamento dell’ente territoriale locale, sempre al centro di accese discussioni. Interviene il Presidente dell'Uncem Enrico Borghi: “Si azzera il fondo delle Comunità montane, si tagliano 240 milioni ai Comuni nel triennio e si riduce il fondo sociale di 100 milioni. Dall'altra parte si stanziano 600 milioni per Roma capitale, 1 miliardo di euro per il rischio idrogeologico, che verrà gestito da commissari straordinari delegati e dal neo costituito ispettorato generale al Ministero dell'Ambiente in spregio alle competenze di regioni ed enti locali, e 470 milioni di euro per la ricapitalizzazione di "Stretto di Messina spa. Si tagliano quindi i servizi ai cittadini. Qualcuno ci spieghi se è questo, tradotto in azioni concrete, il federalismo di cui questo governo tanto parla". Diverse regioni hanno presentato ricorso presso la Corte di Cassazione per contestare la cessazione dei finanziamenti, è il caso, ad esempio, della Regione Calabria. Al contrario la Regione Abruzzo: “ha preferito predisporre il funerale attraverso l'ipotesi di trasferimento del personale ad altre amministrazioni locali. Infatti in questi giorni i comuni hanno ricevuto una richiesta di disponibilità di posti in organico da parte dell'assessore regionale Masci per una eventuale collocazione del personale delle attuali Comunità Montane. Ciò significa che la Regione Abruzzo ha deciso di non mantenere in vita queste istituzioni.” A dichiararlo sono, congiuntamente, l’ex presidente della Provincia di Chieti T. Coletti (che ha istituito l’assessorato alle zone interne) e l’ex Assessore A.Tamburrino che promettono di impegnarsi affinché queste decisioni vengano riviste in Regione e in Provincia. I numeri sulle Comunità Montane italiane del libro “La Casta” di Rizzo e Stella hanno fatto riflettere ma quello che si auspicava era un riordino. Era, infatti, quanto previsto dalla L.R. n.10/2008 firmata dal precedente Governo regionale che con questa finanziaria, di fatto, verrebbe a saltare. Piuttosto, lo strumento delle Comunità Montane dovrebbe essere messo a punto e a frutto per la vita stessa dei territori geograficamente più disagiati, invece, sembra che si pongano i presupposti perché si vada verso l’isolamento e lo spopolamento delle zone interne e montane.

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