Città alta e Marina: la forbice si allarga

Giovanni Artese
03/09/2003
Storia
Condividi su:

La torrida estate 2003 ha portato alcuni dati nuovi, peraltro annunciati e non sufficientemente creduti, sugli andamenti di sviluppo del nostro territorio: a partire dal clamoroso divorzio tra San Salvo città e la sua Marina. Certo, il turismo in Abruzzo è andato bene quest'anno, meglio che in altre regioni d'Italia, in particolare per le località di mare. E ci sarebbe addirittura da giubilare per l¹incremento a San Salvo delle attività legate alla spiaggia e ai servizi connessi (qualcuno parla di un 20% in più di presenze rispetto al 2002) se non fosse che la positiva ricaduta, in termini di occupazione e di ricchezza, ha riguardato soltanto o quasi esclusivamente la Marina e immediati dintorni; mentre nella città alta le attività o hanno segnato il passo oppure hanno perso un 15/20% in volume d'affari rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Cosa è accaduto in sostanza? Un'esplosione della costiera Vasto Marina-San Salvo Marina-Montenero Marina, che di fatto da zona prevalentemente turistica si sta trasformando in area anche commerciale e residenziale in senso lato. Tre anni fa avevo scherzosamente chiamato questo asse di sviluppo costiero una 'Francavilla al Mare n. 2' e avevo messo in guardia dai rischi che avrebbero corso i vecchi centri urbani, a partire da San Salvo. Nell¹estate 2002 si erano accentuati i sintomi, e cioè un sempre più marcato distacco tra la vita socio-economica della città alta e quella della Marina; quest'anno sia i turisti che i residenti della Marina hanno completamente snobbato la città alta. Neppure le iniziative musicali o teatrali messe in campo a luglio-agosto sono servite a rianimarla del tutto e a impedire le prime chiusure o trasferimenti di negozi, studi professionali e residenze. A fronte, dunque, di una posizione geografica invidiabile, che permette a San Salvo di restare fortemente competitiva (un trend che dura da quasi 45 anni) rispetto ad altre località, va segnalato uno sviluppo 'a forbice' che premia in maniera ormai unilaterale la Marina. In altri termini, è come se 'l¹area interna' del Vastese si fosse ulteriormente dilatata, fino a comprendere la stessa San Salvo alta, ad appena 4 chilometri dal mare.  Ricordo che nel 1994 si lanciava il guanto di sfida a Vasto, per impedire che San Salvo potesse divenire una periferia urbana, un dormitorio e per 'ricucire', come allora si diceva, la città alta alla sua Marina. Oggi, i risultati danno ragione a Vasto, che sembra essere l'unica località (non direttamente sul mare) a poter sopportare e anzi trarre giovamento dalle nuove tendenze socio-economiche. Questo, certo, grazie alla sua vicinanza all¹Adriatico ma pure al recupero e alla rivitalizzazione del Centro storico e alla diversificazione delle attività imprenditoriali (industriali, commerciali, turistiche, culturali e ricreative) sul territorio, in sostanza fino a Punta Penna e Punta Aderci. Vasto dunque, per i servizi di cui dispone, è l'unica località che potrebbe candidarsi a diventare in breve anche il referente principale della nuova realtà costiera Vasto Marina-San Salvo Marina-Montenero Marina, in quanto finora San Salvo non è riuscita ad attivare nessuna sinergia con la vicina Montenero di Bisaccia, con la quale il Comune sansalvese prosegue anzi una assurda quanto costosa guerra: sicché in  breve avremo due centri commerciali, due porticcioli turistici e due aree industriali, sul confine Abruzzo-Molise, a poche centinaia di metri gli uni dagli altri e in concorrenza tra loro. Ce n'è abbastanza per meditare sugli errori del passato; con la consapevolezza, tuttavia, che rimane ben poco da fare per correggere il trend e salvare gli interessi di San Salvo alta. A partire da quelli del Centro storico, che quest¹estate sono stati fortemente penalizzati, soprattutto in conseguenza di scelte frettolose e a volte francamente avventate. San Salvo, 24 agosto 2003      

Leggi altre notizie su SanSalvo.net
Condividi su: